Cari colleghi,
Vi invio questa mia per testimoniarvi la vicinanza della Segreteria Nazionale tutta a voi e i vostri cari in questo momento drammatico per il nostro Paese e per la vita di ciascuno di noi.
Vi vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà. Come farlo in modo concreto? Abbiamo cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica circa le criticità in cui tutti noi medici ci troviamo ad operare ed infatti dal 22 febbraio ad oggi SMI, ogni giorno, è presente sui media generalisti e di settore, sia italiani che esteri, denunciando soprattutto la carenza di DPI e la mancata effettuazione dei tamponi al personale medico, unico sistema per tutelare la nostra salute e quella dei nostri pazienti.
Abbiamo, il 27 febbraio, inviato diffide a tutti i Direttori Generali d’ Italia affinché fossero rispettosi delle leggi sulla sicurezza del lavoro. Il 3 marzo è seguito esposto a tutte le procure d’Italia ed oggi la Procura di Torino e quella di Torre Annunziata stanno indagando per mancata fornitura di DPI e circa i criteri che vengono utilizzati per effettuare i tamponi, perché è evidente che qualcosa nella catena di comando non sta funzionando e stanno emergendo, in questa guerra senz’armi perche’ di guerra si tratta, tutte le incompetenze dei tecnici che ricoprono ruoli chiave grazie ad una classe politica che applica uno spoil system feroce che premia l’appartenenza e mortifica il merito E oggi ne subiamo le conseguenze.
Come subiamo le conseguenze di un federalismo sanitario che, in questi giorni ed in queste ore, mette in evidenza tutti i suoi limiti. E non parliamo solo delle regioni del Sud, che versano in condizioni critiche già nell’ ordinario, ma anche di quelle del Nord, ricco e produttivo, che non riesce ad erigere barriere efficaci contro il nemico che avanza.
Io spero che tutto ciò sia di insegnamento ai decisori politici. La salute di TUTTI i cittadini è un bene pubblico. Questo bene pubblico va tutelato, in quanto questione di SICUREZZA NAZIONALE e non può essere appaltato a terzi, ne’ frammentato in 21 sistemi regionali diversi.
Lo Stato, inteso come collettività, se ne deve fare carico. Non per nulla i nostri padri costituenti hanno inserito la tutela della salute nella nostra carta costituzionale, troppe volte vilipesa e ridotta a
carta straccia.
Cosa possiamo fare noi come Sindacato se non amplificare il grido di dolore che ci viene dalle persone e dai nostri colleghi?
Sono tante le telefonate che ci giungono da tutta Italia. Ringrazio tutti i dirigenti SMI che, nonostante le difficoltà lavorative personali, cercano comunque di dare una risposta ai colleghi. Il nostro Sindacato ha acquistato a proprie spese circa 30.000 mascherine che sono in questo momento in viaggio dalla Cina e saranno in Italia la prossima settimana 35.000 ci saranno donate a breve dalla Menarini. 20.000 ( di cui 10.000 già arrivate) ci sono state donate da 2 aziende cinesi, grazie ad alcuni colleghi laziali. Altre 10.000 sono state recuperate dalla segreteria SMI Puglia.
Non è facile far arrivare la merce, ma appena disponibile verrà inviata alle segreterie regionali di tutta Italia per lo smistamento ai colleghi che ne fanno richiesta.
Su questo stiamo puntando tutti i nostri sforzi organizzativi ed economici.
Per tale ragione abbiamo aperto sul nostro sito www.sindacato Medici Italiani una sezione per la raccolta di fondi (IBAN IT 89 D 02008 05119 000400439844).
Quanto prima speriamo di dare qualche risposta ai colleghi, anche se, ci rendiamo conto, è una goccia nel mare.
In tutto questa tragedia in qualche modo anche l’attività sindacale va avanti. Ieri abbiamo ratificato, insieme alle altre OO.SS, la firma della Preintesa, per la Medicina Generale, di settembre 2019 per il recupero economico del triennio 2015/2018, ora che il Governo ha dato il via libera. In tutta questa immane tragedia, anche quest’ atto, che aspettavamo da mesi, sembra perdere di rilevanza.
Chiudo con il ricordo dei nostri colleghi Giulio Titta, del Piemonte, e Antonio Maghernino, della Puglia che facevano parte della nostra grande famiglia SMI. Giulio Titta era un medico di famiglia da poco andato in pensione ma che non si è sottratto alla chiamata alle armi, questo lo voglio ricordare a quei personaggi politici che hanno affermato “che tanto oggi i medici di famiglia sono inutili .C è Google”.
Antonio era un medico di guardia medica. Guardia medica che ogni tanto qualcuno prova a smantellare, perché tanto “i medici vanno lì solo a dormire”. Be’ di sonno non si muore. Giulio e Antonio sono morti sul campo, onorando il loro giuramento e il giuramento di tutti noi.
Che la Terra vi sia lieve |