Domani venerdì 27 aprile per DAB, Danza a Bari, la stagione di danza contemporanea del Comune di Bari realizzata dal Teatro Pubblico Pugliese in collaborazione con Teatri di Bari e AltraDanza alle 21.00 al Nuovo Teatro Abeliano il riallestimento nell’ambito di Progetto RIC.CI Reconstruction Italian Contemporary Choreography, anni 80-90: Erodiade-Fame di vento, con ideazione e direzione artistica di Marinella Guatterini (Sole24ore), con la regia e coreografia di Julie Ann Anzilotti.
Compagnia XE, 1993-2017
ERODIADE – FAME DI VENTO
ispirato a “Hérodiade” di Stéphane Mallarmé / coreografia Julie Ann Anzilotti / musiche Paul Hindemith, Wilhelm Killmayer, Walter Fӓhndrich / scene Alighiero e Boetti / assistente alla scenografia Tiziana Draghi / costumi Loretta Mugnai / scrittura vocale e voce Gabriella Bartolomei / consulenza musicale Michele Porzio
interpreti 1993: Manuela Taiana, Paola Del Cucina, Roberta Gelpi, Sabrina Vitangeli, Carlos Martin, Julie Ann Anzilotti / interpreti 2017: Paola Bedoni (Nutrice), Giulia Ciani (Angelo Custode), Sara Paternesi (Erodiade), Liber Dorizzi (Giovanni Battista), Sara Ladu (Spirito del Bene), Laura Massetti (Spirito Maligno)
regia e coreografia JULIE ANN ANZILOTTI
Riallestito nell’ambito di PROGETTO RIC.CI – RECONSTRUCTION ITALIAN CONTEMPORARY CHOREOGRAPHY / ANNI 80-90 – Ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini
La scelta di inserire lo spettacolo Erodiade – Fame di Vento nell’ambito del Progetto RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni 80/90, dedicato alla memoria della danza contemporanea italiana e alla nostra “tradizione coreutica del nuovo”, nasce dalla forza espressiva della fonte ispiratrice e dalle componenti concrete che hanno reso possibile l’allestimento. Lo spettacolo si ispira al poema incompiuto Hérodiade di Stéphane Mallarmé di cui restano tre frammenti e una serie di appunti. La figura centrale è Erodiade (o Salomè ma Mallarmé preferisce chiamarla con il nome della madre per differenziarla dalla Salomè moderna con i suoi stereotipi: i sette veli ecc.) vista nella sua immensa solitudine e amarezza; il mito della sensualità non è più il centro intorno a cui ruotano gli avvenimenti. Erodiade vuole ed ottiene tutto nella sua ricerca di calore, anche la testa del Battista, che d’altra parte con il suo martirio, le aprirà la strada alla catarsi. (…) La scenografia, del famoso artista visivo contemporaneo Alighiero e Boetti (scomparso prematuramente nel 1994) è un altro segno distintivo di quell’epoca segnata da collaborazioni molto attive, a teatro, tra creatori d’arte di varie discipline, in specie pittori o artisti visivi (…). Il fondale rosso con siparietto di Alighiero e Boetti e le varie parti della scena creano uno spazio suggestivo: luogo della metamorfosi, recinto “sacrale” di geometrica lucidità e invenzioni visive. Questa scenografia d’arte porta con sé un segno di grande bellezza e dona all’intero spettacolo quel tono autorevole tipico di molte produzioni dell’epoca. La narrazione coreografica ha il proprio doppio nella musicalità originaria della parola affidata alla voce fuori campo di Gabriella Bartolomei, e naturalmente al trasporto dell’incantevole partitura soprattutto di Paul Hindemith.
Marinella Guatterini
Ufficio stampa Teatro Pubblico Pugliese
redazione