Del ragazzo morto due volte (di Gennaro Annoscia)

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Nelle scorse settimane, ha fatto commuovere e riflettere tutti la storia del giovane naufrago, annegato mentre cercava di arrivare a bordo di un gommone affondato nel Mediterraneo: quattordici anni, proveniente dal Mali, con una pagella scolastica cucita nella giacca, da esibire come documento di identità e testimonianza della sua preparazione scolastica.

 

La storia ha fatto il giro di giornali e telegiornali, notiziari, siti web e ha offerto, come sempre, lo spunto per i commenti e le riflessioni di politici e opinionisti, anche alla luce delle recenti decisioni del governo; tranne poi scoprire che la storia risale, in realtà, al 2015, come documentato in un libro della dottoressa Cattaneo, l’anatomo-patologa che si è occupata dell’autopsia del ragazzo, ritrovando la pagella.

Oltre a ricordarci che, pur di fare propaganda politica, c’è chi è disposto a riesumare cadaveri, cosa può insegnare all’opulenza distratta di una società al tramonto come la nostra, così poco portata a chiamare le cose con il loro vero nome, una storia drammatica come questa? Certamente l’innocenza e l’orgoglio di chi si illude che da noi possa ancora valere il merito, ma soprattutto indurci a riflettere, oggettivamente, sulla natura dei fatti e sulle sue cause reali, richiamando le responsabilità di un Occidente che espropria le materie prime dei paesi del Terzo e Quarto mondo, piegando con la forza gli stati che vogliono restare indipendenti, e favorisce la formazione di classi dirigenti corrotte, che svendono i loro paesi e alimentano le guerre rifornite d’armi dall’Occidente.

Questo processo importa nei nostri paesi, tramite un mercimonio che produce profitto sulla loro condizione di immigrati, un esercito di disperati in fuga dalla guerra, ma in parte più vasta da condizioni di vita insostenibili, che vengono utilizzati come “esercito industriale di riserva”(Marx) da contrapporre ai lavoratori autoctoni, abbattendone i diritti, al fine della massimizzazione dei profitti, senza che a nulla valgano i banali sermoni di uguaglianza del regnante vaticano o la “democratica” costruzione di moschee.

Gennaro Annoscia

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