L’episodio dell’aggressione ai danni di un docente dell’Istituto Majorana di Bari, nel quartiere San Paolo, riapre la delicata questione della situazione della scuola oggi, in momento storico delicato che registra disagi di natura culturale e sociale.
Le affermazioni del docente, Vincenzo Amorese, schiaffeggiato e aggredito mentre svolgeva il suo lavoro hanno il loro peso ed hanno destato l’attenzione dell’opinione pubblica. Secondo il docente aggredito gli atteggiamenti degli alunni di quella scuola sono stati di tipo deliquenziali e mafiosi. Va ricordato, per amore della verità, che l’Istituto Majorana di Bari è collocato nel quartiere san Paolo di Bari e come tutti sanno il tasso di criminalità in questa zona della città è piuttosto alto, soprattutto tra minori e adolescenti. Il dirigente scolastico, Paola Petruzzelli, rigetta al mittente la gravità delle affermazioni. La preside è la stessa balzata agli onori delle cronache in questi anni per vicende legate alla gestione della scuola.
Nell’Istituto Majorana come in tante scuole di Bari, molti alunni sono seguiti dagli assistenti sociali, spesso alcuni alunni hanno alle spalle storie di abbandono o appartengono a clan malavitosi. Tuttavia, la scuola deve garantire la frequenza sino ad una a certa età. E’ difficile dimostrare cosa sia successo in realtà nella classe del professore aggredito, le testimonianze delle alunne e degli alunni, molti minori, possono essere attendibili o non esserlo. Quante volte si è parlato di opportunità o meno di installare telecamere nelle classi. Forse tanti spiacevoli episodi si risolverebbero in breve tempo, piuttosto che attendere l’esito di indagini interne o esterne.
Antonio Carbonara