Dodici chicchi d’uva per un Felice Anno Nuovo: la tradizione in Spagna

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1945

Da più di un secolo, in Spagna, nella notte di San Silvestro “Nochevieja”, esiste una antica quanto curiosa tradizione popolare. Il suggestivo rito scandisce l’arrivo del nuovo anno mangiando un chicco d’uva per ognuno dei dodici rintocchi di mezzanotte, les campanadas, cioè un rintocco ogni tre secondi, nel quale va mangiato un chicco d’uva bianca. Per chi, riesce a mangiarli tutti e dodici nel tempo giusto, si augura un felice e prospero anno nuovo.

Per gli spagnoli, l’unico riferimento al countdown di capodanno è l’antico orologio a torre della capitale, posto sulla facciata del maestoso palazzo delle poste, oggi di proprietà del governo, nella famosa piazza della Puerta del Sol di Madrid. Accade che poco prima dello scoccare la mezzanotte, un enorme e complesso carillon scende nell’antico orologio a torre e scandisce i primi cuartos, cioè quattro doppi rintocchi.  Il rito di capodanno della Porta del Sol, è seguito da tutto il mondo ed è trasmesso in diretta dalla tutte le televisioni iberiche.

Secondo alcune testimonianze storiche, nell’antichità in molti casi, sognare l’uva matura, era la rappresentazione del piacere erotico, inoltre era simbolo di fertilità, abbondanza, ricchezza, sensualità, seduzione, eros, e rappresentava il desiderio dell’essere amati.

Gli arabi interpretavano il sognare l’uva in base al suo colore, quella bianca e matura indicava felicità, prosperità, abbondanza e benessere.

Per altri popoli antichi sognare di mangiare l’uva, racchiudeva in sé varie sfaccettature legate alla ricchezza, al profitto e ad altri piaceri della vita. Inoltre mangiare e degustare un chicco alla volta indicava il corteggiamento con l’arrivo di nuovi amori e nuove amicizie.

Nella simbologia iconografica cristiana, il grappolo d’uva, tenuto fra le mani del bambino Gesù e di sua madre, rappresenta il corpo di Cristo che sarà spremuto sotto il torchio della croce.

Probabilmente, questi aspetti simbolici, non hanno niente a che vedere con il rito dei 12 chicchi l’uva nella nochevieja, in quanto in spagna a tal proposito si raccontano alcune ipotesi storiche provenienti da voci popolari.

Nel 1884 un importante giornale spagnolo parlava di “uve salutari” degustate dalla ricca borghesia spagnola, e di una tradizione copiata dai francesi, cioè quella di mangiare uva allo scoccare della mezzanotte di capodanno, e brindare l’arrivo del nuovo anno con una coppa di champagne.

A questa, si aggiunge un’altra ipotesi che racconta la storia di un sindaco di Madrid, che con un suo bando municipale, impose che tutti i cittadini che uscivano di casa il giorno dei Re Magi (nella notte tra il 5 e il 6 di Gennaio), dovevano pagare alle casse del comune un balzello corrispondente a un “duro”, denaro equivalente a 5 Pesetas.

Con questo assurdo balzello, il Sindaco tolse la possibilità ai cittadini di Madrid di divertirsi in questo giorno di festa molto sentito, dove quasi tutto era permesso.

Tale situazione unita alla tradizione delle famiglie aristocratiche di mangiare uva e sorseggiare champagne durante la cena dell’ultimo giorno dell’anno, provocò e irritò gli animi di molti madrileños i quali, per protesta, decisero di ridicolizzare le abitudini borghesi e aristocratiche, criticando l’ingiusto bando emanato dal Sindaco. E fu così che tutti in massa, la notte di capodanno si portarono nelle vicinanze della piazza di città, quella di “Puerta del Sol” e una volta lì giunti, presero a mangiare uva al suono delle campane di capodanno.

Un’altra storia, altrettanto plausibile, è quella accaduta nel 1909, dove gli agricoltori di Alicante e Murcia, trovandosi con un abbondante raccolto di uva, si preoccuparono  del suo deterioramento, e per meglio vendere il prodotto, intensificarono la commercializzazione in tutta la spagna, e con una strategia di mercato decisero di diffondere la leggenda che se l’uva veniva mangiata l’ultimo dell’anno, questa avrebbe portavo benessere, fortuna e prosperità per l’anno nuovo. Si trattò di una chiara e intelligente strategia di marketing dell’epoca.

E’ doveroso ricordare che oggi la Spagna produce circa tre milioni di quintali di uve da tavola, e avendo una popolazione di circa 38 milioni di abitanti, che festeggiano l’arrivo del nuovo anno con i famigerati dodici chicchi d’uva, i conti sono ben fatti!

 Stefano de Carolis

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