Un arresto eccellente è stato eseguito in queste ore dopo una inchiesta cominciata un anno fa e portata avanti dalla Procura della Repubblica di Potenza. Il procuratore della Repubblica di Taranto Carlo Maria Capristo è finito ai domiciliari con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Lo stesso provvedimento è stato eseguito a carico di un ispettore della Polizia, Michele Scivittaro in servizio nella Procura tarantina e di tre imprenditori della provincia di di Bari, Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbe compiuto “atti idonei in modo non equivoco” a indurre un giovane sostituto presso la Procura di Trani a perseguire penalmente una persona che gli imprenditori, considerati i mandanti, avevano denunciato per usura. Per la denuncia però, secondo l’inchiesta, non vi erano presupposti né di fatto né di diritto. Ad aggravare la posizione del magistrato anche presunte accuse per truffa ai danni dello Stato e falso. L’ispettore risultava presente in ufficio e percepiva gli straordinari, ma in realtà stava a casa e svolgeva “incombenze” per conto del Procuratore.
L’indagine prosegue con ulteriori perquisizioni a carico di altre persone e anche di un altro magistrato, che è indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento personale.
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