“Siamo alle solite. Inutile stabilire pene alte se poi la conclusione è sempre la stessa!” E’ questo il commento dell’avvocato penalista Antonio Maria La Scala, dopo la notizia degli arresti domiciliari del 77enne Michele Spagnuolo, reo confesso dell’omicidio della moglie Teresa Russo e avvenuto a Trepuzzi (Lecce).
Un omicidio che ancora volta colpisce una donna, raggiunta da decine di coltellate alla gola inferte con un grosso coltello da cucina dal proprio marito. Il gip di Lecce ha accolto l’istanza del difensore Antonio Savoia, ritenendo attenuate le esigenze cautelari, sia in considerazione dell’età dell’indagato sia perchè non c’è più pericolo di fuga. Spagnuolo sconterà i domiciliari nella casa del fratello in provincia di Taranto. Il pm aveva espresso parere negativo nella scarcerazione. L’omicidio è avvenuto il 16 luglio scorso durante una lite nell’abitazione dei coniugi, entrambi sordi. Subito dopo l’uomo ha lasciato un biglietto dinanzi alla locale caserma dei carabinieri autoaccusandosi dell’omicidio. E’ stato rintracciato poco dopo nella stazione ferroviaria ed arrestato
Su quanto accaduto si è pronunciato l’avv. Antonio Maria La Scala, presidente delle associazioni Penelope Italia e Gens Nova, da anni in prima linea nella lotta contro il femminicidio.
“Peccato, in questo modo rischiamo di perdere questa difficile battaglia contro i femminicidi se non c’è ancora la certezza della pena“. In diverse circostanze La Scala ha ribadito che è necessario denunciare e che la stessa denuncia diventa un modo per tutelarsi da altri possibili reati. Alcuni casi di femminicidio sono stati seguiti dall’associazione Penelope Italia, parte civile in molti processi tra cui quello di Roberta Ragusa.
L’avvocato Antonio Maria La Scala è spesso ospite della nota trasmissione Chi l’ha visto?, nella quale interviene come esperto nei casi di scomparsa e di femminicidio.
Antonio Carbonara