Ecco il luogo dove è nato Gesù. Siamo a Betlemme, città di Rachele, la moglie amata da Giacobbe. Ma Betlemme è anche la città di Davide, il re più amato d’Israele.
Qui il “figlio di Dio”, secondo una lunga tradizione, si è fatto uomo e qui Maria e Giuseppe giunsero per il censimento. Gesù nasce in una grotta adibita ad abitazione come se ne usano ancora oggi tra gli arabi, rifugio di notte anche di qualche animale (mangiatoia).
La grotta è li ancora, sicura di una lunga documentazione storico-archeologica che risale a San Giustino, martire a metà del secondo secolo, palestinese di Nablus. Su di essa nel 135 Adriano vi costruì un tempietto al dio della fertilità Adone (Ep 58 di Girolamo), proprio per cancellare già il culto cristiano. Nel 215 è Origine a darcene conferma (come eco di una tradizione che risale all’antichissimo apocrifo Protovangelo di Giacomo, II secolo).
Santa Elena il 31 maggio del 339 dedicò la prima chiesa (i cui mosaici sono oggi visibili nella navata centrale). Giustiniano nel 531 ne costruì una più grande e sontuosa, che è ancora quella che oggi in molti visitano, risparmiata per miracolo da Cosroe nel 614 perché vi trovò i Magi con vestiti persiani. Nel 386 vi si stabilisce San Girolamo, qui sepolto, tanto devoto a questa grotta. Vi rimarrà per 36 anni in vita monastica (con Paola e la figlia Eustochio) a compiere una delle imprese più durature: la versione dai testi originali ebraici in latino della Bibbia detta “Vulgata”, testo ufficiale della Chiesa.
Una “stella” indica il luogo dove Gesù è nato. Lo spazio santo è all’interno di una piccola edicola collocata nella “Grande Chiesa o Basilica”.
Rispettata dagli Arabi musulmani perchè intitolata alla madre del profeta Gesù (e perciò risparmiata da Hakim nel 1009), la basilica fu abbellita dai Crociati con mosaici sulle pareti che ricordano i primi sei Concilii in cui la Chiesa era unita, con figure di antenati di Gesù e più sopra di angeli; pure dei Crociati sono le colonne di marmo decorate e il tetto rifatto. Qui furono incoronati i re latini (Baldovino, anno 1100). Con l’arrivo dei Turchi ottomani i saccheggi divennero sistematici: molto marmo delle moschee di Gerusalemme proviene da qui. A fianco della grotta della natività vi sono altre grotte trasformate da Girolamo in abitazioni; ad esse si accede dalla chiesa latina di Santa Caterina che i Francescani (qui giunti nel 1347) costruirono il secolo scorso (1881) a fianco della Basilica come parrocchiale cattolica. Insieme ai Greci ortodossi che gestiscono tutta la grande basilica, e i Francescani che possono celebrare entro la grotta sul piccolo altare della “mangiatoia”, vi sono presenti anche gli Armeni e i Siriani (Sito-Giacobiti).
Antonio Carbonara