DOMENICA 13 MARZO AL TEATRO PICCINNI DI BARI UNA NUOVA REPLICA PER “IL MALATO IMMAGINARIO” DI SOLFRIZZI.
Una nuova replica si aggiunge allo spettacolo del barese Emilio Solfrizzi che dal 10 al 13 marzo sarà sul palco del Teatro Piccinni di Bari per la stagione di prosa del Comune in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese con Il malato immaginario di Molière restituendo al testo del commediografo francese del XVII secolo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Visto il successo nelle vendite dei biglietti è stato deciso, infatti, di aggiungere una replica. Domenica 13 marzo, dunque, lo spettacolo sarà in scena due volte. Alle 18 e poi alle 21.30.
La vendita dei biglietti per la recita delle 21.30 si apre domani mattina, 15 febbraio, alle 10 su www.vivaticket.com
Info:
Botteghino del Teatro Piccinni
tel. 328.6917948
Teatro Piccinni
Corso Vittorio Emanuele, 84
Tel. 080 577 2465
Teatro Pubblico Pugliese
Via Cardassi, 26 –tel. 080.5580195 – fax 080.5543686 – www.teatropubblicopugliese.it
SCHEDA SPETTACOLO
Compagnia Moliere / La Contrada – Teatro Stabile di Trieste
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
con Emilio Solfrizzi, Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’amico
e con Rosario Coppolino
costumi Santuzza Calì
scenografie Fabiana Di Marco
musiche Massimiliano Pace
adattamento e regia GUGLIELMO FERRO
in collaborazione con Teatro Quirino – Vittorio Gassman
Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti. La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Molière lo scrive per sé stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Molière viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti.
redazione