FESTIVAL ORIENTE OCCIDENTE
mercoledì 25 agosto, ore 19 – Masseria Le Torri, Polignano a Mare
giovedì 26 agosto, ore 19 – Terrazza Santa Scolastica, Bari
venerdì 27 agosto, ore 19 – Castel del Monte, Andria
QUELL’AUGELLIN CHE CANTA
Le arie di paragone sugli uccelli
nel melodramma barocco
Valeria La Grotta, soprano
Ensemble Santa Teresa dei Maschi
direttore Sabino Manzo
Musiche di Händel, Vivaldi, Pergolesi, Hasse, Scarlatti
Oriente Occidente, il festival itinerante di musica antica diretto da Sabino Manzo, torna il 25, 26 e 27 agosto tra Polignano a Mare, Bari e Castel del Monte con un singolare viaggio tra musica e natura del quale saranno artefici il soprano Valeria La Grotta e l’Ensemble Santa Teresa dei Maschi. Si ascolteranno musiche Händel, Vivaldi, Pergolesi, Hasse e altri autori del Settecento ispirate agli uccelli. Il concerto, intitolato «Quell’augellin che canta» in omaggio a un’aria vivaldiana, debutterà mercoledì 25 agosto (ore 19) nella Masseria Le Torri di Polignano a Mare, dove la formula prevede prenotazione a pagamento (al link https://www.metooo.it/e/quel-augellin-che-canta-polignano) e degustazione al termine del concerto, un’immersione tra suoni e sapori negli splendidi giardini della splendida dimora seicentesca. Previste repliche giovedì 26 agosto sulla terrazza del Museo di Santa Scolastica, a Bari (ore 19), con ingresso libero e prenotazione obbligatoria (al link https://www.metooo.it/e/quel-augellin-che-canta-bari), e venerdì 27 agosto nella Sala Multimediale di Castel del Monte (ore 19), con il solo pagamento del ticket di ingresso al Castello (prenotabile al link https://www.coopculture.it/heritage.cfm?id=326).
Il progetto lo firma l’Associazione Florilegium Vocis con il finanziamento del Teatro Pubblico Pugliese attraverso il bando «Custodiamo la cultura in Puglia» della Regione Puglia. Da sempre la natura e le sue meraviglie sono state oggetto di ispirazione per gli artisti, quindi anche per i musicisti. E il programma che il soprano tarantino propone con l’ensemble diretto al cembalo da Sabino Manzo si apre con l’aria «Qui l’augel da pianta in pianta» tratta dalla serenata «Aci, Galatea e Polifemo» di Georg Friedrich Händel, tra i più grandi compositori dell’era barocca. Dalla «Didone abbandonata» di Aldof Joseph Hasse proviene, invece, l’aria «L’augelletto in lacci stretto», che prelude alla finestra su Giovan Battista Pergolesi che verrà aperta con l’esecuzione della Sinfonia dall’opera «Adriano in Siria» e momentaneamente chiusa con l’interpretazione dell’aria di Farnaspe «Lieto così talvolta». Il recital lirico, improntato sull’armonia tra musica e natura, proseguirà nel segno di Antonio Vivaldi e dell’aria «Quell’augellin che canta» dall’opera «La Silvia» prima del ritorno a Händel, del quale si ascolterà la famosa aria «Sweet Bird That Shun’st the Noise of Folly» tratta dall’oratorio «L’allegro, il Penseroso e il Moderato». Händel lo compose durante il soggiorno londinese partendo da una poesia dello scrittore inglese John Milton. Un secondo intermezzo strumentale, con l’esecuzione della Sinfonia dall’opera «Lo frate ‘nnammurato» di Pergolesi, aprirà la strada al finale di serata con la cavatina di Fiordispina «Senti, senti l’augellino» tratta dall’opera buffa «L’impresario in angustie» di Domenico Cimarosa.
redazione