Frankavilla vola alto con “Un pianeta che non c’è”

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Nel mese di marzo il cantautore, originario di Mottola (Ta), Frankavilla ha pubblicato il suo nuovo lavoro “Un pianeta che non c’è” il cui brano è uscito nella giornata internazionale della donna e il videoclip, che è seguito ad una settimana di distanza, è attualmente vicino alle 15 mila visualizzazione su Youtube.

 

Un mese dopo queste pubblicazioni sono davvero soddisfacenti i risultati ottenuti. Infatti il video, un lavoro “urban”, dal respiro europeo, le cui immagini sono state girate a Londra, tra location dalle quali sono ben visibili simboli della città come il celebre Tower bridge e il London Eye e alcuni scorci della grande metropoli, come Camden Town, Littel Venice e Abbey Road, passando, inoltre, anche per la metropolitana, si è classificato al primo posto nella “Classifica video indipendenti emergenti” del mese di marzo del portale della musica indi www.classificaindipendentiweb.eu. Questa viene stilata in base ai passaggi televisivi su scala nazionale nel mese di riferimento.

Mi fa molto piacere questo primo posto – ha affermato Frankavilla. – Questa canzone, realizzata grazie al prezioso contributo del produttore Beppe Stanco, mi sta regalando tante emozioni. Girare il video è stata un’esperienza unica”.

Questo lavoro, passato in tutta Italia, mostra anche l’attaccamento dell’artista alla suo comune di origine. Infatti durante le immagini, che illustrano bene ciò che viene descritto dal testo, Frankavilla in una stanza di una casa londinese, su una cartina geografica pone due puntine, una sulla grande metropoli e una su Mottola, la spia dello Jonio.

Le interpretazioni di questa canzone, volutamente, sono molteplici, ma nel video c’è quella mia personale. Il mio pensiero va a una donna da me lontana come si evince particolarmente in questa scena”.

Il nuovo brano del cantante mottolese, prodotto per Beat Sound da Beppe Stanco e Giovanni Rosina, è la riflessione di un uomo sulla sua compagna, leggibile però sotto vari punti di vista. Il sound si caratterizza per un ritorno al passato, agli anni ’80 dei grandi cantautori, che conferisce all’inedito un sapore vintage. Questo lo si evince già dall’inizio grazie ad uno struggente sax, suonato dal musicista iraniano Kasra Jadidzadeh, accompagnato dal ritmo ben cadenzato della batteria. Il testo, interamente scritto da Raffaele, evidenzia il suo modo di vedere la vita della società odierna, frenetica e dinamica, nella quale però servirebbero più momenti di pausa e riflessione.

redazione

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