FESTIVAL GIOVANILE DELLA LIRICA
«La risorsa del mestiere…musica da barba»
A Gravina in Puglia prosegue la prima edizione del FESTIVAL GIOVANILE DELLA LIRICA, con uno spettacolo scritto dal musicologo Stefano Valanzuolo. Le musiche di Paisiello, Mozart e Rossini costituiscono l’ambientazione di una divertente e gustosa pièce teatrale e lirica. Con protagonista un barbiere, archetipo per eccellenza della storia del melodramma.
Gravina in Puglia – Castello Svevo
Venerdì 12 agosto, ore 21,15
Venerdì 12 agosto, alle 21,15, al Castello Svevo di Gravina in Puglia prosegue la prima edizione del Festival Giovanile della Lirica, inserito all’interno del progetto REMM (Residenze Musicali Murgiane), con la direzione artistica di Katia Ricciarelli e la presidenza di Francesco Zingariello. In scena ci sarà uno spettacolo inedito, scritto dal musicologo Stefano Valanzuolo, intitolato «La risorsa del mestiere…musica da barba»: l’Orchestra Sinfonica 131 della Basilicata, diretta da Grazia Giusto, si esibirà con solisti il soprano Ilaria Cuscianna, il tenore Fernando Suglia e il baritono Gianni Marino, con lo stesso Valanzuolo in veste di voce narrante.
Il costo del biglietto è di 15 euro (ridotto studenti 8 euro). Prevendita alla Cartoleria Parrulli di Gravina (via Matteotti 2). Infotel: 349.565.78.80. La manifestazione è organizzata da «Orchestra di Puglia e Basilicata», ed è sostenuta dal Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Puglia, dal Comune di Gravina, dalla Fondazione Santomasi e da una serie di sponsor privati.
Se lo spettacolo ammicca chiaramente nel titolo a una citazione de «Il barbiere di Siviglia» di Gioachino Rossini, è inevitabile che il protagonista sia proprio la figura di un barbiere, che nella storia del melodramma occupa più di un posto di riguardo. Non foss’altro per l’ispirazione che le opere teatrali del drammaturgo Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais (con la trilogia «Il barbiere di Siviglia», «Le nozze di Figaro» e «La madre colpevole») hanno suscitato in ambito musicale. Il suo Figaro è diventato l’immarcescibile protagonista di molte opere di illustri compositori tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento. Senza dimenticare il ‘900, se si pensa che persino il protagonista del «Wozzeck» di Berg è un barbiere (seppur Figaro, qui, non c’entri nulla).
«La risorsa del mestiere» è dunque uno spettacolo che intorno all’archetipo di Figaro divaga e gioca, per mettere insieme, in una trama coerente ma surreale, varie pagine musicali scritte da Giovanni Paisiello, Wolfgang Amadeus Mozart e Gioachino Rossini. I due italiani furono autori, a distanza di trentaquattro anni, del medesimo titolo, «Il barbiere di Siviglia», sfruttando due libretti diversi e dando luogo ad una querelle tra sostenitori dell’uno e dell’altro; Mozart invece, nel 1785, scrisse «Le nozze di Figaro», attingendo ad un capitolo differente della trilogia di Beaumarchais.
Nello spettacolo si immagina che un barbiere dei giorni nostri, del tutto sprovveduto in fatto di opera lirica, si imbatta casualmente nella messinscena dei lavori appena citati, mentre disperatamente sta dandosi da fare per cercare lavoro, dopo essere stato costretto a chiudere bottega. Da questo spunto comico nascono varie situazioni al limite della credibilità, che offrono la chance al pubblico di ascoltare una selezione di brani di Paisiello, Mozart e Rossini, sul filo di una trama gustosa e divertente.
Redazione