Il Tribunale di Livorno ha assolto l’imputato A.R. , per difetto dell’elemento soggettivo, dal reato di ricettazione di prodotti del settore dolciario, che riproducevano i colori delle squadre di calcio dell’Inter, della Juventus e del Milan, oltre che l’espressione “forza bianconeri”, “forza nerazzurri” e “forza rossoneri” . Nel caso di specie, la condotta materiale del reato presupposto alla ricettazione, ossia la contraffazione, è dimostrata dall’identità proprio delle diciture “forza nerazzurri”, “forza bianconeri” e “forza rossoneri”, riportate sui prodotti e rivendicate nelle relative registrazioni di marchio.
in foto l’avvocato Antonio Maria La Scala
Tuttavia l’imputato, difeso dall’ avv. Antonio La Scala,del foro di Bari,ha sostenuto che affinché sussista l’elemento soggettivo tipico della ricettazione,e,quindi, la responsabilità penale, non è sufficiente ritenere che il venditore debba presumere la conoscenza derivante dalla pubblicazione della registrazione del marchio, ma occorre altresì che l’agente, e dunque l’imputato, fosse a conoscenza dell’esistenza di un valido diritto di privativa e lo abbia dolosamente contraffatto. L’accusa,ritiene il Tribunale di Livorno, avrebbe dovuto provare che A.R. , imputato di ricettazione, sapesse in concreto , e non in astratto ed in base a presunzioni, che le parole “nerazzurri”, “rossoneri” e “bianconeri” fossero oggetto di registrazione come marchi. Infatti, nel caso di specie, considerata la scarsa capacità distintiva dei segni in questione, rappresentati dal mero accostamento di due nomi di colori, il loro diffuso utilizzo anche nel linguaggio comune, il loro uso anche da parte di altre squadre che hanno gli stessi colori, non solo calcistiche e non solo italiane, dimostrano che l’imputato abbia agito in perfetta buona fede, non sapendo che quelle tre parole fossero state registrate come marchi dai loro titolari (che in effetti le hanno depositate soltanto in tempi relativamente recenti,a fronte di attività sportive più che centenarie). La vicenda giudiziaria si è conclusa, afferma l’Avv.La Scala, positivamente, dopo oltre 6 anni dalla realizzazione della condotta incriminata.
Redazione