Sciopero dei dipendenti pubblici in programma il 9 dicembre. Diverse le questioni che sono state sollevate dai sindacati. Per la CISL FP è intervenuto il segretario Territoriale GIOVANNI STELLACCI.
Il personale è allo stremo e il sistema si regge sul precariato. Basta precariato! Nella pubblica amministrazione ci sono 3500000 precari, di cui 60000 in sanità, e nonostante ciò, la legge finanziaria si limita a prorogare i contratti a termine, i COCOCO e le partite IVA, non c’è un piano di assunzione.Altro tema caldo è la sicurezza. Circa il 70% dei contagiati sui posti di lavoro si sono verificati proprio in sanità dove ci sono stati troppi morti a causa del COVID. La CISL FP di Bari ha cercato di sensibilizzare in ogni modo le istituzioni su questo tema.E nonostante la retorica degli eroi, l’alto numero dei contagiati e la morte di infermieri e medici, le risorse stanziate non garantiscono nemmeno un contratto uguale all’ultimo rinnovo contrattuale che si era concluso dopo un decennio di mancati rinnovi. È inaccettabile che il governo stesso sia il peggior datore di lavoro in termini di assunzioni e di garanzia del lavoro. Atteso che un articolo della legge di Bilancio prevederebbe un fondo per “esigenze parlamentari” che in due anni ammonterebbe a 1,2 miliardi: una sorta di tesoretto che sarebbe stanziato da Conte per le spese di deputati e senatori, è evidente che i sacrifici si chiedono solo ai dipendenti pubblici e ai professionisti della sanità. Il sistema sanitario è in grande difficoltà e le spese le stanno facendo i professionisti. Basta guardare in casa nostra. Infermieri della ASL Bari trasferiti d’ufficio presso il Policlinico di Bari senza preavviso e in difformità dal regolamento. Infermieri che improvvisamente vengono destinati all’assistenza ai pazienti COVID nonostante da più di due anni aspettano una visita del medico competente, e per legge la sorveglianza sanitaria obbligatoria ha l’obiettivo di valutare le condizioni psicofisiche del singolo lavoratore.I pazienti COVID accertati e o sospetti, nella stragrande maggioranza dei casi ricorrono alla chiamata del 118 per mancanza di assistenza medica diretta. La presa in carico dei suddetti pazienti viene affidata quasi esclusivamente agli ospedali mettendo a serio rischio e sotto forte pressione la resistenza e la sicurezza degli operatori ospedalieri, nonché la qualità delle cure. È evidente che urge assumere un numero di medici, infermieri e altri professionisti, tale da impiantare una medicina territoriale adeguata alle esigenze dei cittadini, e tenuto conto che il DM 70 è stato emanato nel 2015, è difficile non rimarcare le responsabilità politiche che hanno portato il nostro territorio in questa situazione, anche rispetto alla carenza di infermieri e in considerazione dell’avvenuta sospensione del concorso per 566 infermieri, che si sarebbe espletato presso gli spazi espositivi in cui si è tenuta pochi giorni dopo la Fiera del Levante.
Il Segretario Territoriale GIOVANNI STELLACCI