Venerdì ad Andria, sabato a Terlizzi e domenica a Monopoli
I mottetti di Guido: tra sacro e Belcanto
l’omaggio all’occultista Duca d’Orleans
Con il soprano Angelica Disanto e l’Ensemble barocco Orfeo Futuro
Alla scoperta di Giovanni Antonio Guido, compositore genovese di epoca barocca e violinista di scuola napoletana attivo soprattutto in Francia, dove divenne amico di Filippo II di Borbone, duca d’Orleans e nipote di Luigi XIV. Una figura che in Puglia viene celebrata con il concerto intitolato «Lux Fortunae» in programma venerdì 6 dicembre (ore 20.30), nella chiesa di Sant’Anna, ad Andria, per la chiusura del festival Anima Mea diretto da Gioacchino De Padova (334.2913041), sabato 7 dicembre (ore 19.30), nella chiesa di Santa Maria della Stella, a Terlizzi, per l’inaugurazione del Millico Festival diretto da Michele Visaggi (info 347.9101960) e domenica 8 dicembre (ore 18), nella chiesa di San Domenico, a Monopoli, per il festival Apulia Antiqua diretto da Giovanni Rota (info 335.1477513). Protagonisti saranno il soprano Angelica Disanto e l’Ensemble barocco Orfeo Futuro, nella cui interpretazioni si ascolteranno alcuni mottetti pubblicati a Parigi nel 1707 che Giovanni Antonio Guido dedicò proprio al famoso Filippo II di Borbone, personaggio valente nelle armi, collezionista di capolavori d’arte, amante del lusso, ateo, promotore del neotemplarismo e dedito all’occultismo.
Nonostante queste caratteristiche – spiega la musicologa Annamaria Bonsante, che ha curato le note del concerto – l’adesione politica e familiare di Filippo II di Borbone al cattolicesimo fu scontata. Perché il cattolicesimo permeò gli ascolti del Duca d’Orleans attraverso il repertorio sacro delle cappelle musicali al suo servizio: un repertorio che pure possedeva un vocabolario stilistico volto al gusto moderno. Ed è in questo contesto che Guido gli dedica, come propria opera prima, una raffinata silloge di sei mottetti solistici, a una o a due voci con strumenti (e «con sinfonia»): una raccolta variegata per affetti musicali, ricca di intense suggestioni testuali cavate dal patrimonio biblico, agiografico, mariano. Ed è tutta italiana la forma musicale che riveste il vetusto genere cattolico del mottetto latino, che qui sposa le intenzioni del Belcanto e la predilezione di un espansivo stile concertato, a discapito della severa polifonia palestriniana e di una raccolta spiritualità.
Redazione