Mercoledì 24 ottobre la CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e PMI – sezione di Bari, con la sua sezione Tassisti, aderirà allo sciopero nazionale indetto dalle 8 alle 22 per lo stralcio del “d.d.l. concorrenza”, che darebbe il via libera sulle licenze, attualmente regolate da una procedura attenta agli aspetti demografici e lavorativi.
Le auto bianche saranno disposte secondo l’organizzazione fatta dai vertici locali, in intesa con la Digos e le forze dell’ordine. 65 auto si fermeranno sul lungomare Nazario Sauro all’altezza dell’INPS dalle 9 alle 20; 10 unità si recheranno a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale; le restanti automobili, circa 80, saranno dislocate nelle restanti postazioni taxi, garantendo il servizio esclusivamente a disabili, donne incinte e anziani che hanno la necessità di visite specialistiche, con corsa gratuita.
“Resteremo fermi per protesta – ha affermato Bartolo Scaramuzzi – garantendo il servizio soli in casi di necessità alle fasce deboli. La centrale sarà sempre operativa ma in generale non erogherà il servizio nella fascia oraria interessata dallo sciopero. Qualora avessimo feedback positivi da parte del Governo prima, ritorneremo al lavoro, sciogliendo lo sciopero”.
Il Consiglio dei Ministri, nell’adunanza del 4 novembre, ha approvato il d.d.l. per il mercato e la concorrenza per l’anno 2021, che corrisponde a uno degli obiettivi individuati dal governo nel PNRR, e col quale si è impegnato ad affrontare, entro la fine dell’anno corrente. Il suo testo interviene sulla rimozione delle barriere all’entrata dei mercati, sui servizi pubblici locali, su energia e sostenibilità ambientale, sulla tutela della salute, sullo sviluppo delle infrastrutture digitali e sulla rimozione degli oneri e la parità di trattamento tra gli operatori. La richiesta da parte dei tassisti è quella di non generare una concorrenza dando un via libera alle licenze. Queste attualmente sono regolamentate da alcuni fattori tipo il numero della popolazione e la crescita del movimento lavorativo.
“Attualmente siamo 45000 in Italia, se venisse approvato questo d.d.l. ci sarebbe il forte timore di avere serie difficoltà a proseguire la nostra attività. L’inserimento sul mercato di nuovi competitor non garantirebbe un aumento del servizio. Per questo i già pochi guadagni andrebbero inevitabilmente ridotti, creando seri problemi a noi lavoratori che da anni paghiamo regolarmente le tasse”.
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redazione