A cinque anni dalla scomparsa di mio padre Leonardo, memoria storica della baresità, mi piace ricordarlo con un aneddoto che era solito raccontare.
Anche quel giorno, il professor Puccio, docente di Matematica presso il Liceo Scientifico “Scacchi” di Bari, entrò in aula abbigliato come suo solito: pince-nez, cilindro e bastone da passeggio.
Al termine della sua magistrale lezione, assegnò agli studenti un problema da risolvere, con relativa dimostrazione.
Tornati a casa, nessuno riuscì a realizzare quanto richiesto dal docente, e tutti ritennero opportuno rivolgersi ai loro insegnanti degli anni precedenti.
Si sorpresero quando, l’indomani, rassicurati da loro, si ritrovarono a far la voce grossa, sostenendo che il problema era irrisolvibile, come asserito dai loro precedenti docenti.
Al che, il valente professor Puccio, molto adirato, si alzò, raggiunse la lavagna, risolse il problema con relativa dimostrazione, dopodiché, rivolgendosi all’intera classe, affermò: “Signori, come potete riscontrare, il problema è risolvibile. I vostri professori vi precedono di ventiquattr’ore!”.
Gennaro Annoscia