I viaggi di solidarietà in Kenya, i progetti di Biosalus

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I VIAGGI DELLA SOLIDARIETÀ IN KENYA.

DOPO LA DONAZIONE DI UN POZZO NEL VILLAGGIO DI GHALENI, BIOSALUS, COSTRUISCE LA CASA PER UNA DONNA E I SUOI SEI FIGLI E PROGETTA UN INTERO VILLAGGIO

Kenya, Perù, Cambogia, Brasile, sono tanti i Paesi in cui le baraccopoli, ai margini delle grandi città, costituiscono l’emblema della povertà assoluta. Migliaia i bambini costretti a vivere tra le lamiere e i rifiuti. Dovunque si trovino nel mondo, le baraccopoli sono la rappresentazione sempre identica della stessa povertà, quella assoluta. Quella che rende ultimi sulla terra e condanna ad un vuoto futuro, chiunque abbia la sorte di nascervi. Nonostante i circa 10.000 km che dividono gli slum dal nostro paese, per Mauro Messina, affermato imprenditore, il passo verso il villaggio Ghaleni in Kenya è stato breve. “I servizi che noi riteniamo scontati – spiega Messina – come l’acqua corrente, l’elettricità o una piccola casa dignitosa sono chimere inarrivabili”.

Per Mauro sensibilità e desiderio di dare sostegno alle famiglie africane attraverso gesti concreti di vicinanza sono la normalità. Il Brand Owner di “Biosalus Italia” crede profondamente nel contributo sociale delle aziende e per questo, da anni, interviene attivamente laddove esista un reale bisogno, restando fedele alla sua natura di impresa che produce e commercializza depuratori d’acqua e purificatori d’aria”.

Nell’ultimo viaggio dei mesi scorsi in Kenya per l’inaugurazione di un pozzo d’acqua potabile donato al villaggio di Ghaleni, Mauro, accompagnato dal team Biosalus, ha incontrato una donna sola e disperata in cerca d’aiuto.

“Il nostro incontro con Costance è stato intenso. Guardare una madre di sei figli, con due gemelli in spalla, scavare a fatica e lavorare la terra a mani nude, nel tentativo di ricostruire una casa di fango, paglia e pietre, ormai distrutta dalle intemperie, è stato straziante. Lacrime, disperazione, ma anche tanta dignità. La sua infaticabile lotta contro stanchezza e sconforto per garantire un rifugio alla sua famiglia ci ha commossi. Così abbiamo deciso che nei mesi a seguire avremmo costruito una casa vera per lei, fatta di mattoni, dove i suoi bambini potessero vivere dignitosamente.”

Successivamente, però, la pandemia ha interrotto la costruzione dell’edificio per via della sospensione dei cantieri. La speranza di Mauro è quella di poter tornare quanto prima in Africa per riprendere presto i lavori e terminare la nuova casa avviando, inoltre, un progetto più ampio: il Biosalus Village, un pozzo e un intero villaggio per donare un tetto sicuro a più famiglie.

È difficile descrivere profondamente i sentimenti del team Biosalus. Per tutti loro, quelli in Africa sono viaggi di riflessione ed è importante dirlo in occasione della Giornata mondiale di lotta contro la povertà che ricorre sabato 17 ottobre per ricordare a tutti, che molte persone, ancora oggi, non hanno neppure da vivere.

Redazione

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