Il cinema ai tempi del Coronavirus: “ERRECONZERO”, un documentario di emozioni
Non un reportage, non una fiction, ma un affresco per emozioni e immagini. È “ERRECONZERO from alarm to awakening” (dall’allarme al risveglio ndr), il documentario appassionante, in fase di realizzazione da quasi due mesi, co-prodotto dalle società pugliesi Film Found Family e Novi New, che gode del prestigioso patrocinio di Apulia Film Commission. Tre artisti di cinema hanno deciso di mettere in campo le loro professionalità per raccontare il periodo del Covid-19 non usando format tradizionali, componendo invece un vero e proprio racconto emozionale per immagini. Si sono uniti per il progetto Andrea Ferrante, della Film Found Family, regista di arti visive, e Vito Schirone, della Novi New, attore e da molti anni organizzatore di eventi e produttore di cinema e televisione. Con la collaborazione autoriale di Giorgio Vignali, produttore televisivo, sceneggiatore, regista italiano e autore di programmi di enorme successo, molto legato alla Puglia, che vive l’emergenza drammatica della zona rossa italiana per eccellenza, quella della Lombardia. Insieme hanno voluto dare un significato differente alla quarantena forzata, utilizzando tutte le conoscenze maturate nella loro carriera, per progettare una testimonianza per immagini di questo tragico periodo determinato dalla diffusione della pandemia. I professionisti, nonché amici e sodali, hanno voluto immaginare una sorta di documento che le generazioni future potranno vedere per comprendere ciò che noi stiamo vivendo e provando a livello emozionale in questa fase drammatica.
Andrea Ferrante, partiamo dal titolo, perché “ERRECONZERO”?
Il titolo è di buon auspicio, la lettera R viene associata ad un numero a seconda della pericolosità di un virus, il Covid-19 all’inizio ha registrato un valore di contagio vicino al 4, un valore che ne misura la potenziale trasmissibilità e si riferisce al suo alto livello di contagiosità. ERRECONZERO prospetta invece lo scenario dell’assenza del contagio.
Qual è il messaggio che il documentario vuole evocare attraverso le immagini?
Io vorrei che si conservasse e rimanesse impressa nella memoria collettiva, oltre alla paura, tutto ciò che questo virus ci sta dando in termini di cambiamenti positivi. Mi riferisco al recupero e alla restaurazione in atto dei rapporti interpersonali, delle nostre abitudini, anche alimentari, sino alla rigenerazione dell’ambiente, a causa dell’arresto forzato di tutte le attività. Un esempio su tutti: la straordinaria solidarietà che la diffusione del virus ha generato verso le persone più deboli e indifese. E poi, debbo dirlo, avendo una bimba, i genitori stanno vedendo crescere i loro figli, attimo per attimo, la famiglia ha ritrovato come nucleo il suo significato più sano e più vero proprio grazie alla quarantena. Persino lo stesso ambiente ne sta beneficiando, il buco dell’ozono si riduce, la nostra atmosfera sta ridiventando la più bella del sistema solare.
C’è un episodio che l’ha colpita in particolar modo durante questo periodo che entrerà nella narrazione dell’opera video?
Molte storie che vedrete e che non posso svelare. Ma ne racconto una direi emblematica. Una ragazza della provincia di Bari, che vive in Spagna ha subìto una stupida persecuzione dopo che ha deciso di tornare in Puglia, nel suo paese d’origine. Per poter lasciare la penisola iberica ha rispettato tutti i passaggi e ottemperato a tutti i dovuti controlli prescritti dalla Farnesina, dai protocolli in aeroporto, ecc…Appena arrivata a casa, messasi in quarantena volontaria, pur non essendo infetta, ha scoperto che su WhatsApp girava un messaggio che intimava ai suoi concittadini di evitare il minimarket gestito dai suoi familiari, perché in quel luogo rischiavano il contagio, essendo lei tornata a casa. Una menzogna messa in giro da irresponsabili, che le ha procurato un doppio danno, economico ed umano.
Giorgio Vignali, qual è il suo contributo in termini creativi all’opera?
Ho fatto un piccolo esorcismo contro il Male terribile che ci affligge, quelle immagini drammatiche di ciò che sta provocando il Covid-19, che tutti i media trasmettono quotidianamente, durante il filmato si trasformano in parole feconde, rappresentate in video come esperienze straordinarie. L’intreccio della narrazione filmica è creato dalle immagini che scaturiranno da alcune parole come Solidarietà, Speranza, Paura, Solitudine, Rabbia, ecc. Attraverso questi frames, che sono vere e proprie mini-storie, microcosmi direi, si potrà percepire ciò che centinaia di persone hanno inteso con quelle parole. Momenti anche divertenti che innescheranno una riflessione in chi vedrà in futuro ERRECONZERO.
Come definirebbe il vostro lavoro?
Quello in via di sviluppo, non è un racconto, né un resoconto storico, né un documento di carattere scientifico o informativo, è più un affresco emozionale che tra dieci anni potrà diventare una valida testimonianza di uno stato d’animo, di un pensiero, di ciò che già sta accadendo e accadrà sotto l’aspetto sociale, familiare ed economico. Un’operazione sicuramente suggestiva.
Vito Schirone, chiedo a lei che è anche co-produttore del progetto, come state lavorando tecnicamente in un periodo così tormentato?
Stiamo lavorando in smart working, da remoto, per quanto attiene tutte le fasi, dalla scrittura del documentario, passando per le riprese, sino a quella che sarà poi la post-produzione, sfruttando tutte le tecnologie che sono a nostra disposizione. Ha ragione, oltre ad elaborare con gli altri il soggetto del film, sono impegnato nella produzione esecutiva. E voglio svelarvi qualche curiosità. Il prodotto finale avrà contributi video in prevalenza inediti. Solo alcune immagini sono per così dire ‘di repertorio’ e tratte dalla rete, come quelle strazianti del lunghissimo corteo di bare nel bergamasco, scortato dall’Esercito. Il documentario racchiude immagini dall’Italia e dall’estero che ci stanno giungendo dai nostri film-maker con i quali siamo in contatto. Stiamo raccogliendo materiale da Inghilterra, Spagna, Germania, Cina, India, Egitto, Turchia e Russia. Proprio da quest’ultima arriva una testimonianza di grande livello artistico, di cui sono onorato. In virtù di una grande amicizia che ci lega da anni, infatti, accogliendo una mia richiesta, ha dato il proprio contributo al documentario il M° Fabio Mastrangelo, direttore dell’Orchestra sinfonica di Mosca “Russian Philharmonic”, direttore musicale e artistico dell’Orchestra “Northern Sinfonia” del Teatro di Stato “Music Hall” di San Pietroburgo e già maestro concertatore de “La Notte della Taranta” nel 2019.
Nel documentario racconteremo la situazione di alcune regioni d’Italia, ovviamente c’è molta Puglia. Della nostra splendida terra favoriremo alcune significative testimonianze. Vorrei sottolineare, oltre alla particolare formula dell’opera, anche un altro plus valore assoluto di questo lavoro che è costituito dalla colonna sonora, assolutamente inedita, creata da artisti straordinari. Il soundtrack di ERRECONZERO, infatti, sarà composto dal cantautore Dario Skèpisi, dal musicista acusmatico Tiziano Milani, dal Maestro Michele Marsella, dal compositore di musiche da film Enrico Elia.
La nostra è un’operazione che, nonostante le evidenti difficoltà del momento, sta raccogliendo già numerosi consensi, tanto che numerose piattaforme vorrebbero accaparrarsi la messa in onda del documentario. C’è grande entusiasmo intorno al nostro lavoro, che, ne siamo certi, travolgerà positivamente il pubblico in futuro.