IL COMUNE COMUNICA – piano cittadino per il contrasto alla grave marginalità adulta e alle povertà estreme: stamattina la presentazione del documento elaborato in collaborazione con la Caritas e 38 realtà
PIANO CITTADINO STRATEGICO E OPERATIVO
PER IL CONTRASTO ALLA GRAVE MARGINALITÀ ADULTA E ALLE POVERTÀ ESTREME
STAMATTINA LA PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO ELABORATO IN COLLABORAZIONE CON LA CARITAS E 38 REALTÀ LOCALI
È stato completato il nuovo Piano cittadino strategico e operativo per il contrasto alla grave marginalità adulta e alle povertà estreme. Il documento, che contiene l’analisi del fenomeno secondo le caratteristiche con cui si manifesta nella città di Bari, anche alla luce degli effetti della pandemia, è stato realizzato tenendo conto dei bisogni espressi dalle persone senza dimora e in povertà, di quanto offrono gli attuali servizi del welfare cittadino, della valutazione degli obiettivi, delle strategie, degli impegni di spesa e degli obiettivi fissati per il prossimo triennio.
Questa mattina ne hanno illustrato le principali novità l’assessora al Welfare Francesca Bottalico, la dirigente del settore Osservatorio per l’inclusione sociale e il contrasto alla povertà Maria Cristina Di Pierro e la componente dello staff di ricerca che ha collaborato alla stesura del programma complessivo Elena Carletti.
“Questo è il risultato di un intenso lavoro, promosso dall’assessorato con la Caritas e realizzato in sei mesi con 38 realtà locali, che ci ha consentito di effettuare un’analisi accurata del fenomeno povertà estrema in questo momento, anche alla luce delle ricadute dell’emergenza sanitaria, e di valutare l’efficacia dei servizi e delle nuove strutture welfare avviati in questi anni e dedicati a questa tipologia di bisogni – ha dichiarato Francesca Bottalico -. Un aspetto significativo del documento riguarda l’attività di ascolto delle persone senza dimora e di quanti sono accolti nelle nostre strutture: una fase di studio necessaria per mettere a fuoco i loro effettivi bisogni realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari.
Negli ultimi anni l’amministrazione comunale ha avviato diversi servizi innovativi, alcuni dei quali adottati anche da altre città italiane, e molti altri partiranno proprio con questa programmazione. Per questo abbiamo previsto uno straordinario investimento, in risorse umane ed economiche, del valore di oltre 7 milioni di euro per ogni annualità e che si concretizza in un ventaglio di servizi, strutture e misure di sostegno individuali pensati per favorire l’autonomia e accogliere e sostenere, in maniera integrata, le persone senza dimora nei loro bisogni material, abitativi, socio-sanitari e specialmente relazionali, affinché al centro ci sia anzitutto la persona con la sua storia, le sue necessità e il suo progetto di vita”.
“Grazie alla co-progettazione, alla ricerca-intervento e ai focus group con gli utenti, siamo riusciti a “fotografare” l’evoluzione del fenomeno nella nostra città alla luce del primo piano redatto nel 2017 – ha precisato Maria Cristina Di Pierro -. Possiamo affermare che da allora la situazione è molto cambiata con riferimento sia al profilo degli utenti in condizioni di grave marginalità sia alla tipologia di strutture e servizi offerti. Attualmente a Bari sono attivi in totale 41 tra servizi e sportelli dedicati alla povertà estrema e all’immigrazione: ai servizi tradizionale del welfare se ne sono aggiunti tanti altri, tra cui le Case di comunità e quelle per persone vulnerabili, la Casa delle Culture, l’Unità di strada, l’Emporio della Salute, la Casa delle Bambine e dei Bambini e la misura Social bag che, ad esempio, ha consentito di distribuire beni di prima necessità a 1.407 persone. L’offerta dei servizi si è quindi evoluta molto ed è in continuo ampliamento, in particolare per l’area dell’immigrazione che, anche per effetto della guerra, dall’accoglienza negli SPRAR per 42 minori stranieri non accompagnati e 39 adulti nel 2017 oggi, attraverso i SAI, dispone di 117 posti per minori e 58 per adulti, cui a breve se ne aggiungeranno altri 60”.
“I più giovani tra le persone senza dimora provengono principalmente dai Paesi dell’Africa sub sahariana, seguiti da coloro che provengono da Afghanistan e Pakistan, mentre nella fascia d’età over 65 si registrano soprattutto italiani – ha concluso Elena Carletti -. Rispetto alle cause che li hanno portati a diventare senza dimora, la condizione di disoccupazione si è confermata determinante. Possiamo aggiungere che gli intervistati sono risultati concordi nell’individuare nei servizi esistenti altrettanti punti di riferimento e tutti hanno espresso il bisogno di ritrovare un senso nella gestione del proprio tempo, una situazione pesante da sostenere in assenza di occupazione o di impegni di altro tipo”.
Il piano, che impegna complessivamente risorse per oltre 7 milioni l’anno, è frutto del percorso di progettazione condotto attraverso cinque tavoli di lavoro tematici, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale, che hanno coinvolto gli assistenti sociali dei Municipi e della ripartizione Servizi alla persona e i rappresentanti di parrocchie, enti del volontariato e del privato sociale, per un totale di 38 organizzazioni cittadine. Alla redazione del documento programmatico ha contribuito anche il confronto svolto con diversi attori istituzionali quali la Polizia locale, la Questura, il Distretto unico Asl Bari, il Centro salute mentale e il Dipartimento di prevenzione, che approcciano costantemente le criticità tipiche del target di riferimento dell’utenza destinataria del piano. Il percorso, inoltre, è stato integrato da una ricerca-intervento realizzata dalla cooperativa sociale Caps, su richiesta del Comune di Bari, in merito all’evoluzione del fenomeno della povertà e dei servizi a supporto delle persone più vulnerabili, dai risultati di un questionario somministrato a 319 persone senza dimora e da un focus group con i destinatari dei servizi.
L’analisi ha rilevato che, fra il 2017 e il 2021, gli sportelli di Segretariato sociale hanno raccolto una media annuale di circa 1330 istanze provenienti da persone senza dimora, per la maggior parte relative a servizi residenziali e semiresidenziali. Quanto al 2021, le persone senza dimora che hanno presentato istanza sono 262, delle quali più dell’80% sono straniere, comunitarie ed extracomunitarie. Gli uomini costituiscono circa l’87% del campione, la fascia d’età più rappresentativa è quella fra 19 e 35 anni, seguita da quella fra 36 e 64 anni. Sempre nel 2021 all’interno delle strutture di accoglienza comunali si sono registrati in totale 4.574 accessi con 992 persone accolte.
Relativamente ai dati ricavati dal questionario, invece, le persone senza dimora sembrano avere un maggiore livello di istruzione rispetto al passato: la maggioranza degli intervistati nell’anno 2021, infatti, possiede un diploma di scuola media superiore, mentre nell’analoga indagine svolta nel 2017 la percentuale maggiore era in possesso della licenza media inferiore.
Rispetto alla situazione lavorativa, dal questionario emerge come la maggior parte delle persone senza dimora non abbia un impiego (48,6%), principalmente perché non riesce a trovarne uno, e che per la stragrande maggioranza l’ultimo lavoro sia stato saltuario o irregolare e interrotto a seguito di licenziamento o per questioni di salute. I servizi comunali dell’assessorato al Welfare sono quelli maggiormente conosciuti dalla platea degli intervistati insieme ai servizi sanitari, seguiti dall’Anagrafe e dal Centro per l’impiego.
Di seguito i principali obiettivi del Piano cittadino per il contrasto alla grave marginalità adulta e alle povertà estreme:
- garantire l’integrazione socio-sanitaria per il contrasto della grave emarginazione adulta
- assicurare un accesso alle informazioni capillare e interculturale in relazione ai servizi presenti sul territorio
- rafforzare in termini di efficacia ed efficienza i legami della rete tra attori pubblici e del privato sociale
- favorire la socialità mediante la creazione di occasioni di interazione con la comunità territoriale, anche al fine di superare i pregiudizi legati alla condizione di persona senza dimora
- rendere le persone protagoniste del proprio percorso di reinserimento socio-abitativo e lavorativo, creando le condizioni più adeguate all’espressione della propria volontà di integrazione sociale.
Il sistema dei servizi territoriali
I servizi storici del Comune di Bari per le persone in povertà estrema sono il centro di accoglienza notturna “Andromeda”, il centro diurno “Area 51” (ora Centro polifunzionale per il contrasto alla povertà estrema “Area 51”), l’alloggio sociale per adulti in difficoltà “SoleLuna” (accoglienza residenziale limitata ad un massimo di 12/24 settimane), la Caritas, attraverso il centro di ricovero notturno per persone senza dimora e il PIS – Pronto Intervento Sociale.
Negli ultimi anni l’offerta di servizi nell’area della grave marginalità adulta si è ampliata in termini sia quantitativi sia qualitativi, portando alla nascita di servizi residenziali e diurni finalizzati a rispondere a bisogni nuovi e in continua crescita, tra i quali si segnalano in particolare :
- Case di comunità: struttura socio-assistenziale a regime residenziale o semi residenziale, che accoglie nucleifamiliari o individui singoli in condizione di povertà estrema o in grave difficoltà socio economica, italiani o stranieri. Al momento si contano 13 unità di servizio, per 240 posti complessivi in accoglienza
- Case di comunità per vulnerabili: nascono nel 2020 dall’esigenza di coniugare il bisogno primario di accoglienza e la condizione di particolare fragilità ed esclusione sociale vissuta da alcune persone senza dimora, nuclei familiari o singoli, che necessitano di maggiori tutele. Al momento si contano 6 unità, per un totale di 102 posti disponibili.
- Casa delle Culture: il centro polifunzionale “Casa delle Culture”, situato nel quartiere San Paolo offre servizi di accoglienza residenziale temporanea di persone immigrate (25 posti disponibili), uno sportello per l’integrazione socio-culturale e sanitaria e attività di promozione e confronto interculturale.
- SAI adulti e SAI minori stranieri non accompagnati (MSNA): Il SAI (servizio accoglienza ed integrazione) è un servizio di seconda accoglienza finanziato dal Ministero dell’Interno volto a consentire l’accoglienza e l’integrazione socio-culturale di migranti adulti o nuclei familiari richiedenti o titolari di protezione internazionale e umanitaria oppure di protezione speciale e di MSNA. Il progetto SAI del Comune di Bari prevede l’accoglienza di 39 beneficiari adulti e 117 MSNA, di cui 22 neomaggiorenni.
- Unità di strada: è un servizio itinerante che raggiunge sia persone senza dimora nei luoghi solitamente frequentati sia i giovani nei luoghi di aggregazione informale (il servizio è operativo 7 giorni su 7, prettamente negli orari serali/notturni).
- Emporio della Salute: è un servizio a carattere socio-assistenziale, nato dalla collaborazione fra Comune di Bari, Fondazione Banco Farmaceutico onlus, l’Ordine Interprovinciale dei Farmacisti Bari – Bat, Caritas diocesana Bari -Bitonto e l’associazione Rogazionisti Cristo Re onlus per rispondere alle esigenze di orientamento sanitario e di accesso gratuito ai farmaci, non sempre agevoli per le persone senza dimora.
- Casa delle Bambine e dei Bambini: il centro risponde al bisogno delle famiglie più fragili, italiane e migranti, con minori di età compresa tra i 3 mesi e i 5 anni, attraverso un sistema di interventi di sostegno alla cura delle persone e si propone come spazio presso il quale ogni bambino, supportato da un adulto, può vivere le prime esperienze di socializzazione sia con gli adulti che con i suoi coetanei.
- Social bag: la misura è stata introdotta con l’avvento dell’emergenza sanitaria e finanziata con il Programma operativo I (Fondo di aiuti europei agli indigenti – PO I FEAD) al fine di garantire beni di prima necessità o altri beni materiali a persone senza dimora o in condizioni di grave marginalità economica e sociale.
Redazione