Trent’anni dopo Starsky and Hutch, il James Taylor Quartet torna in Puglia. E sono gli Amici della Musica «Arcangelo Speranza» ad ospitare, mercoledì 28 febbraio (ore 21), al Tatà di Taranto, la band caposcuola dell’acid jazz che nel 1988 divenne famosa in tutto il mondo rileggendo la celebre sigla televisiva al suono dell’inconfondibile organo Hammond.
Naturalmente «The Theme from Starsky and Hutch» sarà uno dei pezzi forti dell’esibizione della band britannica, esplosa a metà degli anni Ottanta mescolando, con il sound caldo, graffiante e percussivo della tastiera cara anche a Procol Harum, Traffic e Pink Floyd, il funk americano anni Settanta e le sonorità acid house che si stavano facendo largo in Inghilterra. E non mancheranno altri brani cult, come il motivo portante del film capolavoro di Michelangelo Antonioni, «Blow-Up», scritto da Herbie Hancock e riproposto da James Taylor con il suo gruppo in «Mission Impossible», il mini album contenente cover di famose colonne sonore pubblicato dopo l’incontro con Eddie Piller, l’inventore dell’etichetta Acid Jazz e poi scopritore di Jamoriquai.
Sulla breccia da oltre tre decenni, a partire dalla session dal vivo alla Bbc voluta dal noto disc jockey John Peel e dal disco d’esordio «The Money Spider», il James Taylor Quartet ha attraversato molte stagioni, mutando spesso pelle e aprendosi, dopo le iniziali proposte strumentali legate al jazz – con il recupero nostalgico del suono Hammond di Jimmy Smith e Leon Spencer – anche al mondo della dance, sfornando, negli anni Novanta una serie di album di grande successo, da «Absolute» e «Supernatural» al fondamentale «In the Hand of Inevitable», e proseguendo con una produzione discografica altalenante accompagnata, però, da un’attività live senza soste in giro per il mondo, vero punto di forza della band.
Il disco più recente è dello scorso novembre, «Quick Fire», con cui la Cherry Red Records ha riunito le due parti di «House of Funk» registrate nel Kent, la contea dalla quale James Taylor arrivò a Londra per mollare contestualmente il pianoforte, il gruppo mod dei Prisoners nel quale suonava, il rock psichedelico e abbracciare l’organo Hammond e il jazz, mentre nella capitale esplodeva la scena acid e si andava affermando il soul britannico degli Style Council, punto di riferimento di Taylor, che – non a caso – si è avvalso anche della collaborazione dell’ex batterista della band di Paul Weller, Steve White.
Come ha scritto qualcuno, se si volesse dare una spiegazione del successo dell’acid jazz si dovrebbe partire proprio dal James Taylor Quartet, dal suo eclettismo musicale e dalla modalità di recupero di materiale già preesistente. Così come non sarebbe difficile individuare nelle ragioni della popolarità della band inglese un suono che ha fatto epoca e continua ad avere a distanza di tanti anni un fortissimo appeal.
Biglietti 25 euro (ridotti 18 euro).
Info e prevendite 099.730.39.72 www.amicidellamusicataranto.it
redazione