Giovedì 20 aprile, alle 21, al Teatro del Carro di Molfetta (via Giovene 23) andrà in scena uno dei grandi classici del teatro di tutti i tempi: Il malato immaginario di Molière. Protagonisti saranno Andrea Buscemi (che cura anche la regia), Livia Castellana, Francesco Tammacco, Pantaleo Annese, Martina Benedetti, Benedetta Lusito.
La nota commedia coniuga la felice inventiva della farsa alla sofferta contemplazione del mondo: e mentre Molière descrive con straordinaria comicità le stramberie del vecchio Argante afflitto da infinite patologie, che lo rendono succube di medici approfittatori, la vicenda lascia intravedere un mondo torvo e disperato, di assoluta spietatezza e rigorosi egoismi (come già accade nell’ Avaro , altro celebrato capolavoro). L’antinomia fra questi due aspetti ne fa un’opera di straordinaria ricchezza, e una lancinante testimonianza della condizione interiore di Molière nel suo ultimo anno di vita. Infotel: 349.23.80.823 – 349.37.95.729.
La storia
Argante, vive vita appartata e afflitta da numerosi malanni, frutto più che altro di una plateale ipocondria. Ad assisterlo con stizza e rimproveri la serva Tonina, consapevole più di chiunque altro della gratuità dei malanni del padrone, che spende cifre considerevoli per farsi curare dall’ambiguo e interessato dottor Purgone. Desideroso di avere un medico quotidianamente a portata di mano, Argante decide di assegnare in sposa la propria unica figlia Angelica allo stesso dottore, nonostante lei sia innamorata segretamente del giovane Cleante, il quale a sua volta si è finto maestro di canto per frequentare la ragazza. Mentre l’avvenente moglie di Argante intesse una tresca con lo stesso Purgone, Tonina e Angelica cercano di scongiurare lo sconsiderato matrimonio che Argante vorrebbe far celebrare in tempi brevissimi. Pertanto Tonina si fingerà medico, con un abile travestimento: attraverso il quale impartirà ad Argante nozioni di comportamento di vita assai più salutari di quelli prescritti sino ad allora dal laido dottor Purgone. Il quale, a sua volta, vedendosi rifiutare dalla stessa Tonina un enorme clistere che intendeva infliggere al padrone di casa, minaccia di abbandonare il paziente e il progetto matrimoniale.
La disperazione di Argante è grande, ma Tonina gli suggerisce un altro abile stratagemma, grazie al quale potrà vedere la vita e le cose nella giusta dimensione: chiede ad Argante di fingersi morto per constatare la reazione dei propri congiunti. Così Argante si renderà conto all’improvviso della grettezza di sua moglie, del profondo amore filiale di Angelica, e perfino del grande rispetto e affetto di Cleante. Rinsavito nel corpo e nello spirito, Argante caccia di casa la moglie fedifraga e acconsente al matrimonio di Angelica con Cleante, a patto che quest’ultimo si faccia medico. L’ultima idea della furba Tonina è quella di suggerire al padrone di farsi lui stesso medico, per curarsi da solo in ogni evenienza. La commedia termina perciò con il balletto di iniziazione alla Medicina intorno ad Argante, che da allora vivrà la propria contemporanea condizione di paziente e medico, perseverando (e perfino peggiorando) nella sua lucida follia.
di Antonio Carbonara