E’ stata inviata al Governo la bozza di Accordo di programma sull’Ilva messa a punto da Regione Puglia e Comune di Taranto che si impegnano, a fronte di un risultato positivo della trattativa, a ritirare i ricorsi sul Piano ambientale del siderurgico.
La bozza, di 21 articoli, contiene modifiche e integrazioni al Protocollo di intesa proposto dall’Esecutivo e che di articoli ne ha 9. “Abbiamo fatto la nostra controproposta – ha detto Emiliano al termine di una lunga riunione con il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci e i gli staff tecnici – che non è molto dissimile dal Protocollo”.
“In alcuni passaggi siamo stati molto esigenti – ha aggiunto – e nella bozza è contenuto tutto ciò che c’era stato chiesto dalle associazioni ambientaliste, dagli organismi di vigilanza, dall’assessorato alla Sanità e all’Ambiente, da Arpa e Aress.
Insomma il testo raccoglie tutte le nostre esperienze e quegli elementi che fanno parte di questa eccellenza, che è la conoscenza da parte delle istituzioni locali della fabbrica”.
Nella bozza si stabilisce che, “entro venti giorni dalla ratifica dell’Accordo di Programma, il Comune di Taranto e la Regione Puglia rinunceranno ai ricorsi proposti dinanzi al Tar Puglia”. Melucci ha spiegato che “su alcune questioni particolarmente critiche resta un po’ di distanza con le posizioni del governo, ma siamo pronti a dialogare nell’ottica dell’interesse più generale che è quello della conclusione della trattativa”. Nella bozza inviata, gli enti locali propongono, tra l’altro, la definizione di un Collegio di vigilanza sull’adempimento dell’Accordo, che sarà “composto da dieci componenti tra cui il prefetto di Taranto, che lo presiede”. L’Accordo, si precisa inoltre, “rimane efficace fino al 23 agosto del 2023, termine di scadenza dell’Aia, e comunque fino all’espletamento di tutti gli interventi previsti dal presente atto”. Tra le altre richieste ci sono l’ applicazione della legge pugliese sulla Valutazione previsionale del danno sanitario. E, per quanto riguarda la decarbonizzazione, si chiede la conferma da parte di Am Investco (Ami) del “proprio impegno contrattuale a utilizzare tecnologie non a carbone nel processo produttivo, allorquando tale tecnologia si dimostri economicamente sostenibile ed ambientalmente vantaggiosa rispetto a quella attualmente in uso”. Sulla messa in sicurezza dell’indotto, si chiede poi il pagamento dei debiti pregressi. Inoltre, si richiede ad Ami l’impegno a fornire “idonee garanzie fideiussorie in favore dell’Amministrazione straordinaria dell’Ilva per un importo pari ai costi degli interventi ambientali previsti nel Dpcm, a garanzia dell’adempimento delle prescrizioni così come integrate anche con il presente atto e per il rispetto dei cronoprogrammi stabiliti”.
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redazione