Ancora pochi giorni per visitare la mostra “Tesori d’Archivio: restauri di pergamene e documenti della diocesi di Molfetta”. L’esposizione, promossa dal Museo diocesano e inaugurata lo scorso 9 novembre nell’elegante cornice della Biblioteca Diocesana “Seminario vescovile”, si concluderà domenica 9 febbraio.
“Tesori d’Archivio” è stata l’occasione per mostrare e far conoscere ai visitatori e studenti documenti antichissimi, provenienti dagli archivi delle quattro città della Diocesi e tutti sottoposti ad interventi di restauro. Grazie a queste testimonianze si attraversa il tempo e lo spazio in un viaggio che dal XII secolo giunge sino al XX secolo.
Il documento più antico è costituito da un diploma in pergamena, redatto nella cancelleria reale di Palermo, del 1170, mentre il più recente è un registro parrocchiale di Giovinazzo datato 1985. In questo percorso si incontrano nomi che hanno reso grande il nostro territorio: dal pontefice Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cibo, vescovo di Molfetta dal 1472 al 1484) al vescovo Giovanni Antonio Bovio (1607-1622), dallo storico e poeta giovinazzese Bisanzio Lupis (tra i firmatari di un istrumentum notarile del 1505), al vescovo biscegliese Pompeo Sarnelli, del quale sono esposti gli atti della visita pastorale compiuta a Molfetta dalla fine del XVII agli inizi del XVIII secolo.
Una vera perla agli occhi del visitatore appare il Messale manoscritto, noto come “Messale di S. Corrado”. Il codice pergamenaceo miniato è un messale romano custodito nell’Archivio Diocesano di Molfetta e appartenente al fondo del Capitolo Cattedrale.
Il codice risulta particolarmente importante, poiché fornisce notizia di un culto riservato a San Corrado, venerato con il titolo di confessore, del quale si celebra la memoria il 9 di febbraio, giorno della traslatio, giorno in cui (probabilmente nei primi decenni del XIV secolo) le sue spoglie furono trasportate a Molfetta dal luogo della originaria sepoltura in Modugno.
Di grande bellezza e particolarmente ben conservate appaiono le miniature che decorano le pagine del codice. Esse sono attribuite al pittore veneziano di origine francese Giovanni Charlier, detto Zanino di Pietro, Giovanni Francese e Giovanni di Francia (ante 1380 – ante 1443). Tale datazione conferma, dunque, una decorazione successiva del manoscritto.
La mostra sarà visitabile gratuitamente fino al 9 febbraio, festività del santo patrono Corrado, ogni mattina dalle 10 alle 13 e sabato e domenica anche dalle 17,30 alle 20,30.
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redazione