Inceneritore a Modugno: Il Comune di Bari annuncia che ricorrerà al Tar contro il provvedimento della Regione Puglia

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 Il Comune di Bari annuncia che ricorrerà al Tar contro il provvedimento della Regione Puglia che ha prorogato la Valutazione di impatto ambientale (Via) per la realizzazione di un impianto di ossicombustione di rifiuti nella zona industriale tra il capoluogo pugliese e Modugno. Nei giorni scorsi ci sono state aspre polemiche sulla decisione del dipartimento Ambiente di concedere una proroga quinquennale per la Via propedeutica alla realizzazione dell’impianto progettato dalla società foggiana ‘NewO’. Si tratta di un inceneritore di nuova generazione che utilizza l’ossigeno per bruciare i rifiuti, quindi promette di non essere inquinante. Ma i Comuni di Bari e di Modugno e diverse associazioni ambientaliste e comitati si oppongono sollevando diverse presunte criticità: ad esempio, secondo il Comune di Bari, non è ancora chiaro quale tipologia di rifiuti verrà bruciata e da dove arriveranno questi rifiuti; e vengono posti dubbi anche sull’impianto stesso e sulla tecnologia, perché, ad oggi, non ci sono altri impianti simili in giro per il mondo.
“Come più volte ribadito dal Comune di Bari – si legge nella nota che annuncia il ricorso – la procedura avrebbe dovuto approfondire con attenzione tutti gli aspetti critici emersi con riguardo a tale iniziativa industriale, specie in merito alla presenza o meno dell’impianto all’interno della pianificazione regionale dei rifiuti urbani, più volte esclusa dalla stessa Regione. Viceversa, la proroga della Via dà per scontato che l’impianto tratterà rifiuti provenienti dal ciclo urbano, dopo il primo trattamento di Amiu, in assoluto contrasto quindi con la pianificazione regionale. A tale motivo, se ne aggiungono altri che saranno puntualmente portati all’attenzione del giudice amministrativo”.
Pende anche una richiesta di finanziamento da 10 milioni di euro da parte dell’azienda al dipartimento regionale dello Sviluppo economico. “Si ricorda – evidenzia la nota – che il Comune di Bari ha anche segnalato agli uffici regionali dello Sviluppo economico che la circostanza, smentita dalla pianificazione regionale, che l’impianto sia a servizio della chiusura del ciclo, è stata alla base della richiesta di un ingente finanziamento regionale di oltre 10 milioni di euro”.
(ANSA).

Redazione

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