I membri di una società salentina attiva nel commercio di oro e metalli preziosi avrebbero realizzato un complesso sistema di frode fiscale attraverso società cartiere all’estero alle quali inviavano ingenti somme di denaro simulando inesistenti acquisti di partite di oro.
Poi le ingenti liquidità bonificate, 120milioni in tre anni, venivano prelevate in contanti per essere reintrodotte in Italia e in parte utilizzate per ulteriori transazioni finanziarie ‘estero su estero’.
Per questo la Guardia di finanza ha arrestato sette persone (sei ai domiciliari e una in carcere) e ha eseguito una misura interdittiva nei confronti otto persone alle quali sono contestati i reati di associazione per delinquere, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio, autoriciclaggio, sottrazione al pagamento delle imposte e bancarotta fraudolenta. Le attività fraudolente sarebbero state commesse dal 2016 al 2020.
Inoltre nei confronti delle società di capitali coinvolte e delle persone che avevano ruoli nelle stesse società il gip del Tribunale di Lecce ha disposto il sequestro preventivo di valori e risorse finanziarie per oltre 133 milioni; tre fabbricati per uso commerciale e artigianale, e un ramo d’azienda del valore di circa 1,4 milioni, quest’ultimo in relazione ai reati fallimentari contestati. Infatti il “sodalizio criminoso” – come viene definito in una nota della Gdf – per impedire all’erario di incassare le ingenti imposte non pagate, con una serie di atti fraudolenti si sarebbe liberato fittiziamente degli asset patrimoniali della società, poi fallita, trasferendoli a un’altra società che si occupava della stessa attività e riconducibile di fatto alla stessa governance. La sede di quest’ultima società sarebbe stata trasferita fittiziamente in Bulgaria nel tentativo di evitare di soddisfare le richieste dei creditori. (ANSA).
redazione