– “La macchina dei carabinieri è assolutamente estranea all’incidente, non c’è stato alcun posto di blocco, nessuno non si è fermato allo stop e non si può dire che ci sia stato un inseguimento come fosse un telefilm”. Lo ha chiarito il procuratore di Bari, Roberto Rossi, a proposito dell’incidente in moto nel quale venerdì scorso ha perso la vita il 27enne Christian Di Gioia. Ne è seguita una polemica sui social con accuse e minacce da parte della famiglia e degli amici del giovane secondo cui nell’incidente sarebbe coinvolta un’auto dei carabinieri. Circostanza esclusa dagli investigatori. “Su quello che è successo stiamo facendo ogni accertamento – ha aggiunto – ma non tollereremo che il dolore della famiglia possa diventare minaccia a chi ha sempre fatto il suo dovere”.
“La minaccia – ha precisato Rossi – non è mai legittimata dal dolore, le falsità che non possono essere accettate e noi non tollereremo manifestazioni come quella del funerale, (il corteo funebre di motociclisti contromano dinanzi al carcere, ndr) che sono espressione di un modello di criminalità organizzata”.
Rossi ha espresso “fiducia nell’arma dei carabinieri. Siamo stati inflessibili quando ci sono state delle mancanze da parte di militari che abbiamo sottoposto a misure cautelari, quando necessario”. Quanto alla richiesta, avanzata dal nuovo sindacato dei carabinieri, di diffondere il video che, di fatto, scagionerebbe i militari, Rossi ha detto che “non serve diffondere elementi probatori, la mia parola è più importante dei video. Questa è una risposta istituzionale”. (ANSA).
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