Per Domenico Montrone, canottiere barese Fiamme Gialle e medaglia di bronzo nel quattro senza alle olimpiadi di RIO, campione europeo e vice campione del mondo il 2018 non si è chiuso sportivamente benissimo. “Ho avuto un problemino fisico, che mi ha creato grande sofferenza nel momento clou dell’attività agonistica di un’atleta che come me fa canottaggio. Ho iniziato ad avere dolori nella scorsa primavera, si è trattato di una pubalgia, che a causa degli impegni a cui non volevo rinunciare, non ho curato subito e l’ho trascurata. Ad un certo punto, ho chiesto al tecnico di fermarmi per affrontare il problema e risolverlo. Ora è tutto superato”.
Domenico “ Il Gladiatore” come amiamo definirlo, per la sua possenza fisica, da mesi si è ributtato a capofitto in durissimi allenamenti, per riprendersi il posto che gli compete nella squadra Olimpica e puntare ad arrivare in condizione fisica eccellente al primo appuntamento di aprile, il test con la nazionale, la prima selezione interna dei tecnici per fare delle valutazioni e definire la squadra, poi c’è la gara nazionale per testare con gli equipaggi già formati e a fine maggio gli europei, dopo di che si inizia la preparazione per i mondiali che comprendono la coppa del mondo e la fidelizzazione dei mondiali.
Cosa è successo esattamente?
“Ho notato che la mia forma fisica non rendeva quanto avrebbe dovuto, per l’impegno che ci mettevo a causa di una pubalgia, dovuta ad un problema all’anca, risolta con terapie mediche. Nel mondo del canottaggio non è facile dire a maggio ai compagni o al tecnico, mi fermo perché ho fastidio e tiri avanti, stringi i denti, fino a quando ho detto all’allenatore che mi dovevo fermare per capire cosa non andasse e rientrar al meglio. Lo scorso anno ai mondiali ho fatto la riserva per questo motivo, ed ovviamente non ne sono stato felice, l’allenatore ha voluto comunque portarmi e gliene sono grato, lui ha grande considerazione di me, e mi ritiene una figura indispensabile nella squadra.”
Riserva ai mondiali, hai avuto paura di perdere tutto?
“Si, ma non è stata esattamente paura, quanto la voglia di riconquistare presto tutto e superare il momento. Quando conquisti una medaglia alle olimpiadi, una medaglia ai mondiali a capo voga di una barca in cui ci sono ragazzi che credono in te, tu stesso se non stai bene dici Alt, capiamo, ma non perdi qualcosa, e i ragazzi capiscono l’esigenza che hai di fermarti. Paura di perdere non se ne può avere, devi essere sempre pronto a lottare per il posto. Nel mio sport non c’è tempo per avere paura.”
Ed ora sei rientrato?
“Con la nazionale abbiamo ripreso la preparazione,- spiega Montrone – i raduni e stiamo preparando gli equipaggi per il 2019, anno importantissimo di qualifiche. Ci saranno a settembre le qualifiche per le olimpiadi di Tokyo in tutte le specialità del canottaggio dal singolo all’otto. Saranno consegnati i pass per le olimpiadi , a cui sto puntando con tutto me stesso, a febbraio ci sarà il quarto raduno e ci saranno le prime prove in barca per vedere le coppie più veloci e iniziare a mettere le persone giuste al posto giusto, quest’anno non è fondamentale avere il miglior risultato possibile ma qualificare il maggior numero di barche per le olimpiadi, il che permette di lavorare più serenamente ed avere un numero maggiore di uomini a disposizione per trovare il risultato migliore alle olimpiadi del 2020.”
Domenico stai lavorando tanto?
“Esatto, sto lavorando tantissimo perché perdere un anno per un problema fisico è pesante, soprattutto dopo tanti anni di fatica e sudore, in cui non mi sono mai risparmiato, anzi ho costruito mattoncino dopo mattoncino tutto ciò di cui parliamo e poi, mi sono fermato…ho dovuto ricominciare da zero per rientrare, ed essendo uno dei più grandi della squadra…i giovani incalzano e l’allenatore se a loro offre due possibilità a me ne dà una, non intendo farmi sfuggire questa opportunità.”
Quante ore al giorno ti alleni ?
“Mi alleno come sempre 7 ore al giorno effettive, senza calcolare le ore tra riscaldamento, defaticamento, ginnastica, attività con fisioterapista per recuperare i problemi fisici. In questo momento mi sto impegnando per rientrare ai massimi livelli con la barca a due, quindi riaffermarmi come lo scorso anno tra i migliori due senza della nazionale, perché lo scorso anno nonostante l’acciacco fisico sono stato il primo due senza nazionale, quest’anno vorrei farlo ancora con Giovanni Abbagnale, il mio compagno di sempre, ci alleniamo insieme da 6 anni . Comunque sarà l’allenatore a decidere se rimettermi sul quattro senza, sull’otto o sul due senza. L’importante è stare bene, qualsiasi posto sarà quello giusto.”
Comunque sembri sereno, felice…
“Si, hai detto bene sto bene, sono felice, sereno in tutti i sensi, mi sto anche preparando per i prossimi esami universitari a Scienze Politiche, con grande fatica, considerati gli allenamenti, ma ogni giorno studio e presto mi devo laureare.”
A Bari, ti alleni al CUS ma ora con i divieti come fai?
“Purtroppo qui allenarsi in barca è diventato difficile, al CUS ci alleniamo a terra con il simulatore, qualche volta quando il mare è particolarmente calmo riesco ad uscire in barca, ma non potendo stare più all’interno del porto bisogna andare in mare aperto. Speriamo che la situazione si sblocchi, per me e per tutti i ragazzi che si affacciano al canottaggio, anche perchè è importante avere la possibilità del contatto con l’acqua, altrimenti si perde l’abitudine all’acqua, che è fondamentale. Le Fiamme Gialle mi permettono di allenarmi al CUS Bari, la mia precedente società sportiva, con cui ho iniziato, ci tengono che io possa avere il massimo rendimento anche nella sede barese.”
Visto che frequenti il CUS, ci sono ragazzi promettenti nella tua disciplina?
“Si, posso dire che qualcosa si sta muovendo ma è necessaria la possibilità di uscire in barca. Al CUS gli allenatori stanno costruendo qualcosa, stanno dando un metodo ai singoli atleti, perché vedi, non conta tanto la personalità dell’atleta ma il metodo, che riesce a tirar fuori le potenzialità dei ragazzi. Quando ho iniziato ero talentuoso, ma è stato il metodo che ho seguito che mi ha portato ad essere quello che sono, ad esprimermi al massimo delle capacità, diversamente mi sarei perso nei meandri di tanti giovani sportivi. I tecnici e gli atleti del CUS Bari stanno facendo davvero un ottimo lavoro e i risultati sono certo li vedremo presto.”
Squadra olimpica con chi hai un feeling particolare?
Sicuramente con i ragazzi con cui ho preso il bronzo a Rio, siamo molto affiatati, ora sono tornati anche Giuseppe Vicino e Matteo Lodo, come ho già detto anche con Giovanni Abbagnale.
A Tokyo vorresti andare con loro?
“Sarebbe bello andare tutti insieme ma sarà difficile, mi piacerebbe fare la barca con Govanni con cui stiamo svolgendo un buon lavoro.”
Ufficio stampa: Guastella Communication
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