Intervista a Paola Quattrini: al Teatroteam di Bari con un monologo ispirato ad Anne Frank

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L’emergenza Covid – 19 non ferma lo spettacolo in Italia che continua a vivere i suoi momenti, pur in condizioni diverse dal solito e con restrizioni che impediscono al pubblico di riempire teatri e palazzetti.

In occasione della Giornata delle Memoria, la Città Metropolitana di Bari ha organizzato un concerto dal titolo “Memento”, sotto la direzione del maestro Vito Clemente. L’Orchestra della Città Metropolitana di Bari farà da cornice al monologo dal titolo “Il suono del silenzio” recitato da una delle voci più raffinate del teatro italiano: Paola Quattrini. L’evento sarà trasmesso in streeming sabato 23 gennaio, alle ore 20.00, dal Teatroteam di Bari e sulla pagina facebook della Città metropolitana di Bari (https://www.facebook.com/cittametropolitanabari)

Abbiamo intervistato Paola Quattrini per sapere di più di una serata che si preannuncia carica di emozioni. Fare memoria per non dimenticare e la Shoah è stata una delle pagine più tristi della storia.

Un monologo ispirato al Diario di Anne Frank, scritto a quattro mani da Antonietta Cozzoli e Vincenzo Anselmi. Il testo rievoca le vicende raccontate nel diario attraverso il ricordo di Miep Gies, colei che permise alla famiglia Frank di rifugiarsi nella soffitta della fabbrica di loro proprietà in cui lavorava come segretaria.

Un testo bellissimo che richiede una interpretazione un pò particolare – riferisce Paola Quattrini – non solo vivo il dramma di Anne Frank ma vivo anche il dramma della padrona della casa che ha ospitato la ragazza per due anni, richiusa dietro una biblioteca. Due personaggi in un monologo soli. Due interpretazioni in continuità, senza attimo di respiro ma sostenuta da una musica meravigliosa. Facendo spettacolo fai vivere quei momenti a chi magari non apre un libro e non lo legge, usando un mezzo come facebook che è molto adatto ai giovani “.

Anne Frank, una donna che è simbolo di riscatto per tante altre donne vittime di violenza, ieri e oggi. Cosi definita dalla Quattrini: “Una donna fragile e fortissima, giovane ma adulta, forse più adulta e con una grande vivacità, con una grande viglia di vivere, di sapere trovare il buono anche nella morte. Una donna curiosa, una ragazza che porta con sé tutte queste cose. Una donna da portare come simbolo di quel periodo tragico“.

L’intervista si conclude con un lettura di un passo del monologo: ” Eppure quando guardo il cielo penso che tutto tornerà al volgersi al bene, che anche questa spietata durezza finirà e che nel mondo tornerà la pace perchè nonostante tutto credo ancora nell’intima bontà dell’uomo“.

Antonio Carbonara

 

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