La manifestazione “JazzIt” che si è tenuta lo scorso fine settimana si è rivelata un successo di presenze, ben oltre 20.000 le persone che hanno partecipato sfidando anche il maltempo.
Il suo successo, al di là della misura straordinaria della residenza creativa, consiste nell’efficacia nel dimostrare che, attraverso l’interazione tra cultura, turismo dolce, terra e comunità è possibile costruire un futuro diverso. Confcooperative e Civitates hanno deciso di proseguire la collaborazione anche al di là del “JazzIt”, redigendo un progetto di impresa sociale che, partendo da Montegrosso, fornisca un modello riproducibile su scala regionale di rigenerazione urbana. Si tratta, nello specifico, di un distretto che comprende anche Castel del Monte, Canne della Battaglia e Canosa di Puglia dove sarebbe possibile avviare esperienze di promozione e gestione delturismo culturale nel territorio. A spiegare meglio l’iniziativa è il Presidente di Confcooperative Agroalimentare e Pesca, Vincenzo Patruno: “JazzIt è una manifestazione perfettamente riuscita. Un plauso va agli organizzatori, con una menzione speciale al direttore artistico Luciano Vanni, agli imprenditori che hanno sostenuto il progetto, ai punti di riferimento storici della borgata come il Conte Spagnoletti Zeuli e Pietro Zito, da sempre eccellenze del territorio, al Rev.do Mons.re Giuseppe Ruotolo che ha aperto la Chiesa ed i suoi spazi alla comunità di musicisti e visitatori. Tuttavia, il plauso maggiore va alla comunità di Montegrosso che, raccolta attorno alla cooperativa “I Coloni”, è stata la vera protagonista del week end, ristrutturando e abbellendo il borgo con spirito di volontariato, accogliendo più di 300 artisti nelle proprie abitazioni e favorendo il clima di festa che si è respirato in questi 3 giorni. Il Festival ha innescato un processo che non è facile realizzare: unire abitanti, giovani ed imprenditori per sostenere iniziative che abbiano tra gli obiettivi il rilancio delle comunità e la rigenerazione del territorio. Non è solo spettacolo e non si esaurisce in tre giorni di fusion col pubblico. L’importante è che il sussulto di rigenerazione e di ideazione di un percorso di innovazione e sviluppo non si esaurisca in una fiammata, ma anzi costituisca un processo che possa allargarsi anche ad altri territori della Puglia. La presenza in questo territorio dei principali siti culturali regionali – conclude Patruno – di così diversificato interesse (monumentale, archeologico, naturalistico, agronomico, ecc.), deve indurre ciascuno degli stakeholder regionali a considerare la valorizzazione di questo territorio come una delle priorità regionali. Bisogna riprendere lo spirito di copianificazione e coprogettazione innescato dal Jazzit Festival, al quale Confcooperative ha partecipato con impegno e sostanza, e provare a disegnare un progetto condiviso che abbracci un distretto di eccellenze e favorisca la promozione dei siti culturali, dell’enogastronomia, dei servizi e dei prodotti di questo territorio”.
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