Questa è la storia di Caterina, di sua sorella Bianca e di un intero villaggio. Questa è la storia di un villaggio che ha ferito e svenduto un bene prezioso. Questa è una storia che avrebbe potuto essere una favola. Caterina l’inadeguata, la non allineata è la pazza per questo villaggio. Dietro di lei, spigolosa ma pura e vera, un mondo di mercimoni, di padri calcolatori, di figlie in vendita, di capricci lontani dall’amore, di burattinai e burattini non destinati a vivere l’amore, ma a contrattualizzarlo. La nostra Caterina non sta a questo gioco e come in una fiaba aspetta, pur non mostrando di volerlo, un liberatore, un nuovo inizio che suo malagrado potrà costarle molto più di quanto immagini. Ed ecco che la commedia si fa favola nera, grottesca, più contemporanea forse, nel cinico addomesticamento che non è molto diverso dallo spietato soccombere. Factory ritorna ad affrontare Shakespeare dopo le felici prove del Sogno e di Romeo e Giulietta, insistendo ancora una volta su una lettura corale e visionaria dove la musica e la rima concorrono a restituirci una sorta di opera buffa, caustica e comicamente nera.
Factory Compagnia Transadriatica dal 2009 svolge prevalentemente le attività di produzione di spettacoli (Diario di un brutto anatroccolo, La bisbetica domata, Romeo e Giulietta, Cenerentola, Sogno di una notte di mezza estate, Il Misantropo e Trip – Viaggio nel Salento), realizzazione di progetti di cooperazione internazionale, organizzazione di rassegne in collaborazione con Principio Attivo Teatro (Passi Comuni, I Teatri della Cupa, Kids – Festival del teatro e delle arti per le nuove generazioni), conduzione di laboratori teatrali e di progetti di teatro sociale. Gli spettacoli sono stati ospitati da numerosi teatri, festival e rassegne in Italia e nel resto del mondo. Con Diario di un brutto anatroccolo ha conquistato sette premi alla ventiquattresima edizione del Festival for Children and Youth theatre di Hamedan in Iran e due importanti riconoscimenti al Festival di Teatro Ragazzi di Kotor in Montenegro.