La Ecoleaf Sannicandro di Bari: il nostro impianto amico dell’ambiente e dell’agrocoltura

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L’iter autorizzativo dell’impianto per la produzione di Compost, Fertilizzante, bio-metano e CO2 dal trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, che la società Ecoleaf aveva avviato su suoli dell’area PIP di Sannicandro, subisce una brusca frenata.

Il responsabile ad interim della sezione Edilizia Privata e Gestione del Territorio comunale ha infatti avviato il procedimento di annullamento del provvedimento di assegnazione provvisoria dei suoli che avrebbero ospitato lo stabilimento, provocando la sospensione della procedura autorizzativa, come risulta dal verbale della Conferenza di Servizi tenutasi presso la città Metropolitana di Bari lo scorso 30 ottobre.

A tal proposito, a mezzo del suo rappresentante la Ecoleaf, esprime così il proprio rammarico <<con l’Amministrazione Comunale avevamo condiviso un percorso in grado di portare sviluppo nel territorio, maggiore concorrenza nel mercato dello smaltimento della FORSU e consistenti vantaggi per tutta la comunità di Sannicandro in termini di risparmio per i cittadini, maggiori entrate per il Comune, un percorso virtuoso verso l’Economia Circolare, la Decarbonizzazione e la Transizione Energetica. Purtroppo però, ad un certo punto, l’Amministrazione ha inteso rincorrere le posizioni del dissenso piuttosto che illustrare e sostenere i punti di forza della nostra proposta industriale. Punti di forza che consistono nei proventi che la nostra iniziativa assicurerebbe al Comune in termini di ristoro ambientale, delle economie derivanti dalle tariffe agevolate riservate ai rifiuti provenienti dalla comunità di Sannicandro, oltre alle significative ricadute occupazionali e in termini di indotto, senza poi dimenticare che il Comune potrà realizzare introiti significativi dalla cessione delle aree, cosa importante soprattutto in questo momento di grave crisi economica, in un’area PIP che rimane prevalentemente inutilizzata dopo quasi 20 anni dalla sua istituzione. A ciò si aggiunga la nostra disponibilità a dimezzare il costo di smaltimento per i rifiuti organici prodotti dal Comune di Sannicandro, davvero non comprendiamo le motivazioni alla base del dissenso. Infine, ma non certo per importanza, cito gli obiettivi di Economia Circolare, Decarbonizzazione, Transizione Energetica e Inclusività che l’EU si è data. Obiettivi che dovranno essere raggiunti dagli Stati membri entro termini relativamente brevi e che, per questo richiedono enorme impegno e lavoro>>

Con riferimento alle interferenze col tessuto agricolo, e alle preoccupazioni degli operatori del settore, lo stesso AD di Ecoleaf afferma che << il nostro gruppo ha già realizzato numerosi impianti che utilizzano questa tecnologia all’avanguardia, ad esempio nel 2012 con la società partecipata BIOENERGIA TRENTINO, abbiamo costruito un impianto simile che è un vero e proprio fiore all’occhiello, un’eccellenza nel campo del recupero dei rifiuti organici, ha anche ricevuto la bandiera verde di Legambiente, un significativo riconoscimento che attesta che la tecnologia utilizzata è assolutamente rispettosa dell’ambiente. Gli stessi operatori del settore agricolo che in passato mostrarono tutta la loro contrarietà al progetto, sono oggi i nostri maggiori sostenitori, perché hanno potuto verificare che l’impianto non solo non comporta alcuna problematica ambientale, ma ha anche provocato significative sinergie con il Mondo Agricolo che, tra l’altro conferisce gli sfalci di potatura, utili come strutturante nel processo, e acquista compost di ottima qualità, prezioso e insostituibile “amico“ delle piante a condizioni economiche vantaggiose. Noi riteniamo che sia importante condividere conoscenze ed esperienze, e siamo disponibili anche ad ospitare in Trentino una delegazione di cittadini di Sannicandro in modo che possano visitare lo stabilimento e confrontarsi con la popolazione locale e con gli operatori del settore agricolo. Abbiamo anche attivato una pagina Facebook per diffondere notizie e dati sull’iniziativa e per favorire il confronto con la popolazione. Per quanto riguarda, inoltre, l’interferenza del progetto con aree attualmente coltivate ad uliveto, osservo che abbiamo proposto il totale riposizionamento degli ulivi presenti all’interno del nostro impianto e in siti disponibili ad ospitarli, nessun ulivo sarà abbattuto, anzi come detto siamo convinti sostenitori della decarbonizzazione anche a mezzo degli alberi di Ulivi.>>

Con riferimento poi agli impatti sull’ambiente e, in particolare, sul traffico veicolare, il referente della ATECH Srl, partner tecnico della Ecoleaf riferisce che: <<L’area industriale di Sannicandro di Bari è posizionata ai margini del territorio comunale e dista più di 5 km dalle aree urbane più vicine, dunque è l’ideale per localizzare un impianto di trattamento dei rifiuti. Il traffico non interesserà assolutamente la viabilità urbana e, volendo fornire dati quantitativi, tra rifiuti e materie prime seconde, saranno necessari non più di 10 viaggi al giorno! Del resto il progetto ha già ottenuto importanti pareri ambientali favorevoli da parte di commissioni composte da esperti che hanno valutato tutte le interferenze con le diverse matrici ambientali. Per quanto riguarda la capacità di trattamento, pari a 60.000 tonnellate per anno di rifiuto organico, a cui si sommano altre 20.000 di verde, si tratta di una taglia media e necessaria a consentire le giuste economie di scala al fine di poter trattare efficacemente il rifiuto a costi competitivi, inferiori rispetto a quelli attuali che risentono della cronica carenza di impianti in Puglia ed in Provincia di Bari. L’obiettivo, quindi, è quello di intercettare parte di quel 25% di FORSU prodotta in Puglia che oggi viene smaltita fuori Regione, in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, in modo da garantire minori costi di smaltimento e di trasporto che potrebbero essere interamente destinati alla riduzione delle tariffe alla popolazione, oltre che di inutili emissioni di CO2. Ovviamente il nostro impianto non sarà sufficiente a saturare neanche l’attuale domanda regionale, senza considerare che l’obiettivo di raggiungimento del 65% complessivo di raccolta differenziata determinerà un incremento della produzione regionale di FORSU di ulteriori 108.000 tonnellate circa per anno. Per quanto riguarda, infine, i timori della popolazione posso affermare che l’impianto funzionerà in modo semplicissimo, ricreando in un “ambiente controllato” detto impianto, quanto avviene normalmente in natura in tempi più lunghi: il rifiuto sarà tenuto per 21 giorni alla temperatura di 55 gradi in assenza di ossigeno al fine di accelerare reazioni naturali, poi altri 55-60 giorni a temperatura ambiente in capannoni ventilati secondo metodiche collaudate e consolidate, basti pensare che la tecnologia proposta è analoga a quella scelta dalla Regione per gli impianti pubblici. Non saranno impiegati elementi chimici né sostanze di alcun tipo, tutte le fasi di lavorazione avverranno in ambienti confinati e dotati di sistemi di abbattimento degli odori.>>

Dopo la sospensione del procedimento autorizzatorio da parte della Città Metropolitana, quali saranno i prossimi passi? <<Noi siamo convinti della bontà della nostra proposta progettuale, stiamo redigendo gli ultimi approfondimenti richiesti e confidiamo nel buonsenso comune affinché iniziative come queste, che come detto rispondo agli obiettivi fissati dall’EU, possano essere realizzate in un contesto di sano e costruttivo confronto, secondo inclusione, rispetto assoluto della collettività e dell’ambiente. Abbiamo tutti un dovere nei confronti delle generazioni future e tocca a ciascuno di noi farsene carico.>> 

Michele Traversa

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