La Faldacchea di Turi diventa marchio collettivo, svelato il brand del dolce tipico pugliese
Questa mattina, nella Fiera Internazionale “Levante Prof”, a Bari, è stato presentato il marchio collettivo “La Faldacchea di Turi”
Il brand, la cui titolarità è del Comune di Turi, ha la finalità di creare un sistema certificato di qualità della produzione e commercializzazione della Faldacchea, dolce conventuale a base di pasta di mandorla cotta, con tuorlo d’uovo e spezie.
In tale ottica di promozione del patrimonio enogastronomico rientra anche l’impostazione grafica del marchio collettivo, che pone l’accento – in forma stilizzata – sugli elementi caratteristici dell’operazione: la storia del ex convento delle clarisse di Turi e della Faldacchea, il valore aggiunto dell’artigianalità e l’origine geografica.
Nel corso della conferenza stampa, ospitata presso lo stand di “Goloasi”, le maestre dolciaie di Turi hanno dato luogo ad uno show-cooking, durante il quale è stato possibile assistere dal vivo alla preparazione del dolce turese.
Alla presentazione sono intervenuti l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Gianfranco Lopane, l’assessore allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci, la sindaca di Turi, Ippolita Resta, e il presidente dell’Associazione “La Faldacchea di Turi”, Stefano de Carolis.
“Il marchio della Faldacchea di Turi, che ‘adottiamo’ come marchio di Puglia, testimonia l’importanza di valorizzare le tipicità enogastronomiche delle destinazioni pugliesi – dichiara l’assessore al Turismo, Gianfranco Lopane -. Il riconoscimento è un punto di partenza che ci permette, nella collaborazione tra enti, associazioni e operatori del territorio, di investire nel turismo esperienziale e di trasferire ai nostri giovani le competenze e la passione dell’artigianalità pugliese.”
“Il percorso avviato dall’Associazione delle maestre dolciaie e dal Comune di Turi – dichiara l’assessore allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci – sposa appieno le azioni messe in campo dalla Regione Puglia, con l’obiettivo di valorizzare e promuovere la maestrìa dei nostri artigiani e le eccellenze dei territori. Dal titolo di Maestro artigiano alla legge sulle botteghe storiche, dalle attività di internazionalizzazione alle modifiche alla legge sull’artigianato – conclude Delli Noci -, il lavoro condotto sin qui, con il valido aiuto delle associazioni di categoria, ha proprio l’obiettivo di salvaguardare le nostre tradizioni e tramandare alle future generazioni un patrimonio di inestimabile valore.”
“È davvero emozionante presentare questo marchio legato a un dolce a noi molto caro – dichiara la sindaca di Turi, Ippolita Resta -. È un dolce che ha come protagonista le mani delle sapienti maestre dolciaie; un prodotto completamente artigianale. Oltre a tutelare e valorizzare un emblema del nostro territorio, abbiamo voluto dare alle nuove generazioni la possibilità di imparare la sapienza della manualità. Ringrazio Stefano de Carolis e le maestre dolciaie per questo importante risultato, frutto di un lavoro di squadra.”
A illustrare il percorso seguito per raggiungere il risultato è stato proprio il presidente dell’Associazione “La Faldacchea di Turi”, Stefano de Carolis: “L’importante traguardo è stato raggiunto dopo un lungo iter burocratico, iniziato nel 2021 con la ricerca storica che ha permesso di ‘riscrivere’ le origini della Faldacchea, accertando – sulla base di documenti d’archivio – che il ‘dolce della sposai ha la sua crescita e diffusione nel Comune di Turi, grazie alla figura di Anna Antonia Martinelli, detta ‘la monacacella’. A marzo 2022 – ha proseguito de Carolis – il sodalizio ha ottenuto il primo importante riconoscimento: la certificazione PAT presso il Ministero delle Politiche Agricole, che ha inserito la Faldacchea nell’elenco nazionale dei ‘Prodotti Agroalimentari Tradizionali’. Dopo un anno, grazie all’impegno concreto dell’Associazione, fiancheggiata dall’Amministrazione Comunale, si è concretizzato il secondo obiettivo strategico: la registrazione del marchio collettivo presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Tale brand si può definire un marchio di qualità e origine geografica, disciplinato dal decreto legislativo n. 30 del 10/02/2005 (‘Codice della proprietà industriale’). L’ importante riconoscimento mira a proteggere il nome, la ricetta, il disciplinare di produzione e la denominazione d’origine. A breve – ha concluso de Carolis – provvederemo alla registrazione del marchio europeo, estendendo le tutele a livello internazionale.”
Redazione