Martedì 26 e mercoledì 27 settembre (alle 16.15 – 18.30 – 20.40 – 22.45) torna al Multicinema Galleria di Bari (Corso Italia 15, infotel: 080.521.45.63) l’attesa stagione de “La Grande Arte al Cinema” con la proiezione di Hokusai dal British Museum, il primo documentario inglese dedicato al celebre Katsushika Hokusai (1760-1849), pittore che fece innamorare di sé Monet, Van Gogh e Picasso. A guidarci, in una visita esclusiva tra i luoghi in cui visse e le sale dell’esposizione del British Museum di Londra, ci saranno studiosi e artisti che hanno subito l’influenza di questo grande maestro, tra cui David Hockney e il pittore giapponese Ideguchi Yuki. Dopo una prima parte dedicata alla vita del pittore, il film evento condurrà nella grande mostra del British Museum «Hokusai: beyond the Great Wave». Presentato dallo storico dell’arte Andrew Graham-Dixon, con gli artisti Grayson Perry, Kate Malone e Maggi Hambling, il tour è stato creato appositamente per il pubblico del cinema.
Hokusai, classe 1760, è l’artista giapponese che più di ogni altro ha rivoluzionato la storia dell’arte moderna occidentale. La sua opera più conosciuta, «La Grande Onda», è così famosa da essere stata copiata e riprodotta quanto la Monna Lisa di Leonardo. Con «La Grande Onda» e la serie delle «100 viste del Monte Fuji», Hokusai ha infatti ispirato artisti come Monet, Van Gogh e Picasso; con i suoi emoji, inoltre, è stato e rimane a tutti gli effetti il padre del manga moderno, oltre che un’inesauribile fonte di spunti per gli artisti di oggi.
L’evento cinematografico, co-prodotto con NHK (Japan Broadcasting Corporation) racconterà l’arte di Hokusai attraverso incredibili dettagli rivelatori. La sua arte sublime sarà indagata anche attraverso l’abilità degli artigiani giapponesi che riproducono le xilografie e i dipinti su seta del pittore, mentre David Hockney celebrerà il lungo e intenso impegno di Hokusai, condividendo appieno la convinzione che i grandi artisti migliorano solo con l’età.
Girato in Giappone, negli Stati Uniti e nel Regno Unito, il documentario ci permetterà di conoscere Tim Clark, il curatore della mostra, e Roger Keyes, appassionato studioso che da quasi 50 anni si dedica allo studio delle stampe di Hokusai. Sfruttando le potenzialità del digitale e delle tecnologie più innovative, avremo così l’opportunità di esaminare stampe e dipinti in nuovi modi, grazie ad anni di approfondimenti. Nel corso del documentario i due storici proporranno anche nuove interpretazioni di opere famose, indagando l’opera di Hokusai a 360 gradi.
Hokusai trascorre la sua vita studiando e celebrando l’umanità, oltre che esplorando in dettaglio il mondo della natura e quello degli spiriti. Nato nel 1760 in un Giappone isolato dal resto del mondo, Hokusai vive e lavora principalmente nella grande città di Edo (l’odierna Tokyo). All’inizio della sua carriera si cimenta con lo stile Ukiyo-e – l’arte del “mondo galleggiante”, con le sue immagini composte da cortigiani, poeti e attori kabuki. Successivamente si concentra sulla natura e soprattutto sul Monte Fuji, il vulcano giapponese che rappresentava per lui una fonte sacra di longevità e anzi persino il simbolo stesso dell’immortalità. I suoi disegni “manga”, le stampe e i dipinti mostrano lo sguardo generoso e profondo con cui Hokusai indaga l’essere umano. Perché comiche, drammatiche, attente al quotidiano o al sublime che siano, le sue opere celebrano gli individui in tutta la loro varietà. Del resto la vita dell’artista è punteggiata da una straordinaria gamma di successi e fallimenti. A 60 anni Hokusai è ormai divenuto una figura di primo piano, ma la tragedia e il disastro lo hanno colpito in più occasioni nel corso della sua esistenza. Sua moglie è morta, lui ha avuto un ictus, suo nipote ha fatto bancarotta e il pittore ha trascorso gli ultimi anni in povertà con la figlia Oi, anche lei artista. Ma, sino alla fine, Hokusai non ha mai smesso di lavorare e di inseguire ininterrottamente la perfezione che sarebbe arrivata, secondo la sua previsione, all’età di 110 anni. Del resto, in un’epoca in cui l’aspettativa di vita media era di 45 anni, Hokusai vive sino a 90 e negli ultimi anni produce alcuni delle sue opere più belle e significative. Nella sua ultima vista dedicata al Monte Fuji, dipinta negli ultimi mesi di vita, un drago sorge esultante da una nube scura sopra la montagna sacra. Si tratta sicuramente di un simbolo di speranza nell’immortalità. Speranza realizzata a dire il vero: scoperto, venerato e copiato dagli impressionisti e da tantissimi altri pittori, oggi Hokusai è considerato uno dei più grandi artisti del mondo. E questo film evento è un nuovo tassello posato in quella direzione.
Ufficio stampa Multicinema Galleria