Santo Stefano, protomaritre e protodiacono, celebrato e venerato il 26 dicembre, giorno che segue liturgicamente il Natale. Il Natale è nascita, quella del bambino Gesù che testimonia che Dio si è fatto uomini tra gli uomini. La morte di Stefano è dunque interpretata alla luce del Natale, come rinascita a vita nuova con Dio. Non c’è certezza sulla data della morte di Stefano, solo la narrazione contenuta nel libro degli atti degli Apostoli. Una morte avvenuta per lapidazione, secondo gli usi guidaici e non romani. Infatti, Ponzio Pilato era stato da poco deposto e in Palestina si era creato un vuoto istituzionale, probabilmente nel 36 d. C. A decidere della morte di Stefano fu il sinedrio e un ruolo determinante lo ebbe Paolo di Tarso, solo un seguito divenuto cristiano.
Sant’Agostino, in un discorso tenuto nel 425, ricordava i tanti miracoli per intercessione del martire Stefano. Una devozione cresciuta nei secoli, a tal punto che il desiderio di raccogliere reliquie del santo divenne una priorita’ di molti crociati che giungevano in Terra Santa.
Venezia, Costantinopoli, Napoli, Besançon, Ravenna, Roma, e anche la nostra città pugliese di Putigliano conservano reliquie di Santo Stefano. Nella chiesa di Santa Maria La Greca che si trova proprio a Putignano è possibile ammirare un antico reliquiario che, secondo una antica tradizione, conserva un frammento del cranio del Santo.
La reliquia del Santo era custodita dai monaci benedettini nel castello di Santo Stefano a Monopoli, divenuto poi Abbazia. Si presume che la reliquia sia arrivata in Italia con la prima crociata, quando Gerusalemmme nel 1099 fu espugnata al dominio musulmano e il Santo Sepolcro tornò nelle mani cristiane. Intorno alla fine del 1200 i cavalieri di Malta si stabilirono nell’abbazia di Monopoli che continuava a custodire il reliquiario di Santo Stefano e l’icona bizantina della Madonna della Madia.
Il reliquiario di Santo Stefano fu trasferito nella Chiesa di Santa Maria La Greca a Putignano il 26 dicembre del 1364, per difenderlo dalle scorribande turche. Questo episodio é all’origine della festa delle propaggini.
Antonio Carbonara
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