Dopo le trasmissioni “Nemico pubblico” e le partecipazioni a “Ballarò” e “Nemo – nessuno escluso” in Rai e i monologhi “Pregiudizio universale” trasmessi da Canale 5, Giorgio Montanini fa tappa il 9 dicembre al Teatro Kismet di Bari con “Eloquio di un perdente” (ore 21). Un mix di riflessioni dalla comicità tagliente per smontare tutti i luoghi comuni e le certezze che accomunano il nostro benpensante Paese. Montanini, con la sua stand up comedy, spara sul buonismo degli italiani e lo distrugge. Una satira feroce, politicamente scorretta che caratterizza tutti gli spettacoli del comico più sagace e sferzante della nuova scena comica.
Prima dello spettacolo Montanini sarà alle ore 18 per un incontro nella sede dell’associazione La giusta causa (Bari, c.so Vittorio Emanuele 26), con la giornalista e sceneggiatrice Antonella Gaeta.
Il genere è la “stand up comedy” che negli Stati Uniti da Lenny Bruce in poi si è affermata come l’unico vero genere comico satirico, con linguaggi e temi diversi ma tutti uniti nella pratica del “politicamente scorretto”. Nulla a che fare – in realtà – con il perdurante cabaret italiano che, pur nelle diverse declinazioni televisive, appare più consolatorio che davvero dissacratorio. Montanini ha più volte affermato che gli stereotipi e il pensiero dominante sono il soggetto dei suoi spettacoli e non il mezzo per arrivare alla risata, allo sberleffo: “il comico è l’antitesi del politico, parla a titolo personale, non ha una ricetta per il popolo. Il comico – se ci riesce – porta il pubblico ad un momento catartico ma non cambia lo stato delle cose”.
La satira che parla dei politici è reazionaria e consolatoria. Non consente al pubblico di evolvere nel momento in cui, ridendo con le caricature di Maurizio Crozza, pensa che il problema sia il politico preso a bersaglio, non sé stesso che, da un lato lo ha eletto e dall’altro rinuncia a utilizzare il potere di cambiare le cose. Montanini scuote il pubblico con ragionamenti umoristicamente rudi e senza indulgenze sia di linguaggio che di argomenti: per lui il pubblico non va blandito ma scosso, irritato a volte per costringerlo a cogliere l’essenza tragica della vasta serie di pregiudizi e stereotipi di cui è fatta la realtà e in cui tutti, “nessuno escluso”, siamo immersi. Dunque nulla del reale, in linea di principio, può essere escluso dal discorso satirico. Un dibattito che in Italia riemerge sovente ma su quale Montanini ha posto il suo personale punto fermo. Come spesso ripeteva Lenny Bruce “la satira è tragedia più tempo” e Montanini argomenta con un esempio efficace quando dice che oggetto di satira è tutta la realtà: si può fare satira anche su un terremoto, trascorso un sufficiente lasso di tempo di legittima elaborazione del dolore e mai avendo ad oggetto le vere vittime.
Per informazioni: 0805797667 – 3357564788
redazione