“Caro Calenda, ma tu che predichi moralismo, trasparenza, etica, chiarezza, non hai pensato che candidare in Puglia Massimo Cassano, direttore generale dell’Arpal, Agenzia Regionale per le Politiche del Lavoro in Puglia, potesse risultare una scelta quantomeno inopportuna e furbetta? Dov’è finito il tuo sbandierato moralismo? Non vedi la trave nel tuo occhio? Non ti accorgi che i tuoi stessi uomini in Puglia non condividono questa scelta? Oppure il conflitto di interessi se riguarda il tuo partito improvvisamente svanisce? Da una persona così pregna di alti valori morali come ti definisci, caro Carlo, mi aspetterei almeno che esigessi le dimissioni del tuo candidato dalla carica che ricopre“.
Parole di peso quelle del segretario regionale del Pd e candidato alle Politiche 2022, Marco Lacarra. Lo stesso senza nascondersi punta il dito contro Massimo Cassano la cui discesa accanto a Calenda ha suscitato non poche polemiche. Polemiche che sono emerse anche nelle file del Partito Democratico circa candidature non condivise da molti, tra questi il consigliere regionali Fabio Amati.
Antonio Carbonara