Ambasciatrice e insegnante d Yoga della Risata, Lalla Ribaldone, sorda dalla nascita, con il supporto dall’associazione di promozione sociale Le Meraviglie di Bari, segnala una grave mancanza istituzionale, ovvero l’assenza di contatti per le persone con questa disabilità.
In questo periodo difficile, impegnativo e sfidante a livello sanitario per via del Covid-19 provocato dal Sars-Cov-2 o nuovo Coronavirus, come è ormai prassi comune, in televisione durante i telegiornali e nelle video comunicazioni del Presidente Conte, ci sono gli interpreti LIS (Lingua italiana dei segni) per comunicare con i sordi. Non ci sono però dei canali di comunicazione inversa, di questi alle istituzioni, che diano la possibilità anche a loro di usufruire dei servizi di emergenza.
“Oltre ai numeri telefoni fissi – propone Lalla Ribaldone – le Istituzioni dovrebbero istituire numeri telefonici accessibili ai sordi attraverso messaggi e creare delle app dedicate da utilizzare in queste situazioni di emergenza. Con un po’ di buona volontà si possano creare dei canali di interazione, tenendo conto che la LIS non tutti i sordi la conoscono e in Italia, non è ancora stata riconosciuta come lingua ufficiale”.
Originaria di Solero, comune della provincia alessandrina, Lalla non ha l’udito ma di certo il sorriso e la positività non le mancano. Infatti è solita superare le barriere che la sua diversità pone inevitabilmente. A tal riguardo tra ottobre e novembre 2018, in collaborazione con la sezione provinciale di Torino dell’Ente Nazionale Sordi (ENS), con 9 utenti, ha avviato il progetto “#SentiAmociridere #yogadellarisataSordi”, il primo esperimento in Italia di Yoga della Risata all’interno di un centro per non udenti, con delle sessioni adattate per persone sorde. Questo le ha fatto ottenere la nomina di “Ambasciatrice della risata” dal dott. Madan Kataria, fondatore della disciplina.
“Mi sono avvicinata a questa disciplina in un momento molto difficile della mia vita tra la mia disabilità mai accettata, la morte dei miei genitori e il divorzio come botta finale. Grazie ad essa ho ritrovato la voglia di vivere e fare cose che nemmeno lontanamente pensavo di fare. Diventata teacher ho pensato che lo Yoga della Risata fosse un buon modo per integrare i sordi alla comunità e far accettare loro la disabilità”.
Allo stesso modo la segnalazione dell’impossibilità di interagire con le Istituzioni da parte delle persone sorde è un’azione atta ad abbattere l’isolamento e frustrazione, che lei stessa si è ritrovava a vivere, evitando a tutti i bambini con la sua problematica di provare i sentimenti vissuti da lei.
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redazione