Un anno particolarmente felice e intenso per la rassegna di musica antica diretta dal M.O Cosimo Prontera, che ha festeggiato 25 anni di storia, un lungo percorso di iniziative e di indagine attorno alla celebre Scuola napoletana del Settecento che ha avuto il musicista di San Vito dei Normanni tra suoi padri illustri: nel 2010, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ne ha riconosciuto il valore divulgativo e culturale, tanto da conferire al Festival l’Alto Patronato.
Il concerto è affidato all’orchestra barocca “La Confraternita de’ Musici”, diretta al cembalo da Cosimo Prontera, con voce di Joan Francesc Folqué Giménez, tenore spagnolo tra i più acclamati in Europa per questo tipo di repertorio; Lorenzo Colitto è il violino primo, Federico Maria Valerio il violino secondo, Fabio De Leonardis al violoncello, Giuseppe Petrella alla tiorba e chitarra barocca. Al centro del concerto il sentimento universale per eccellenza, trasferito in musica tra il Seicento e gli inizi del Settecento attraverso le azioni e le suggestioni, a volte catartiche, che scaturivano dai moti dell’anima. Erano definiti così gli “affetti”, ossia quelle tensioni dell’anima che il musico oratore, con la sua sensibilità e con la potenza poetica del testo, traduceva in scrittura musicale. “Pazzo per amore” si riconduce a questo filone espressivo segnando un percorso tra le composizioni di Andrea Falconieri, Giovanni Stefani, il modernissimo Claudio Monteverdi, fino all’efficacissimo Simone Coya con la sua cantata in dialogo “L’Amante Impazzito”. Cosa non si fa per amore? Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase. E quante volte abbiamo sentito rispondere con diversi toni o espressioni: dal sospiro all’improperio, dallo sguardo rivolto al cielo al cipiglio. Basterebbe indagare le risposte per riconoscere che il moto dell’amore ha un’accezione assoluta, scevra da convenzioni, accomunando con identico linguaggio culture, religioni e visioni differenti. Il concerto è solo un viaggio breve nell’animo umano, nelle sfaccettature che l’amore ha rivelato agli autori del passato, attraverso momenti seri e canzonati, atti e parole, storie e cantate, feste d’arme e di ballo, tra una lirica cortese e il gioco della pazzia. “Pazzo per amore”… ma non sarà l’amore stesso una pazzia?