“La quarta domanda di Pecoraro è questa: ‘la Corte Costituzionale obbliga la Regione Puglia a licenziare un determinato dipendente’ per questo la ‘Corte Costituzionale ha condannato la Regione Puglia”. FALSO! Il giornalista dovrebbe sapere che la Corte costituzionale non può condannare un’amministrazione al licenziamento dei suoi dipendenti! La Corte costituzionale verifica la costituzionalità di una norma. La disinformazione si combatte con la verità. Se volete saperne di più sul caso specifico: la Corte costituzionale nel 2011 ha dichiarato l’incostituzionalità della legge regionale n. 40 del 2007 nella parte in cui aveva disposto la stabilizzazione di dirigenti Asl. L’Asl a seguito della dichiarazione di incostituzionalità della normativa regionale, ha licenziato i dipendenti i quali, tuttavia, sono stati reintegrati nel posto di lavoro a seguito di una procedura giudiziale transattiva davanti al giudice del lavoro, avendo il medesimo giudice già sancito l’illegittimità di numerosi licenziamenti. I fatti – risalenti alla precedente legislatura regionale – sono comprovati dai verbali di conciliazione giudiziale sottoscritti dinanzi al giudice del lavoro. E comunque tutto è avvenuto prima che io diventassi presidente e adesso la materia è immodificabile“.
E’ questa la risposta di Michele Emiliano ( sulla pagina facebook) al giornalista delle Iene che lo ha intervistato su alcune questioni della sanità in Puglia.
La nota trasmissione parlerà degli “sperperi” nella sanità pugliese e della chiusura dell’ospedale di Terlizzi del quale Emiliano ricorda, invece, non la chiusura ma la “riconversione in presidio Post Acuzie, in applicazione del Decreto Ministeriale 70″. Quanto alle sale operatorie, continua Emiliano, “continueranno a funzionare in day surgery alleviando il carico delle sale operatori degli ospedali per acuti“.
Le Iene attaccano Emiliano dicendo che ‘a Terlizzi di spendono 13 milioni di euro per ristrutturare un Ospedale quando era già stato stabilito che doveva chiudere'”. “Falso“, sottolinea Emiliano.
Antonio Carbonara