Il mondo del calcio, si sa, è pieno di storie che non sfigurerebbero in film o rappresentazioni teatrali per il livello di assurdo che a volte incarnano.
Ogni anno ci sono squadre che entrano all’interno dei gironi del più importante campionato europeo da complete sconosciute e che magari riescono a strappare dei posizionamenti che altrimenti sarebbero impossibili, facendo esplodere di gioia chi è che scommette sulle quote champions league.
Oggi, proprio in virtù di queste storie, andiamo ad analizzare l’incredibile percorso fatto da una piccola squadra inglese che in un paio d’anni ha scritto una delle storie più fenomenali dell’universo calcistico: il Nottingham Forest.
La storia di 11 + 1 Cenerentole
Fino alla metà degli anni settanta la squadra inglese veniva considerata una squadra al distto della media nazionale; tale diceria si mantenne intatta fino all’arrivo di Brian Clough e del suo assistente Peter Taylor a metà degli anni settanta. Clough arrivava da un esonero triste, quello dal Leeds United, dopo soltanto 44 giorni di attività.
Nel giro di pochi anni la squadra si solidificò sempre di più, fino a guadagnare la promozione da Second Division a First Division con la fine della stagione 1976 – 1977; nessuno poteva però presagire quello che sarebbe capitato poco dopo.
Durante il corso della stagione 1978-1979, infatti, il Notthingham Forest riuscì a battere nella finale dell’allora coppa dei campioni (che cambierà poi nome in Champions League), il Malmo FF per 1 a 0, con Trevor Francis che firma il gol decisivo di quell’occasione.
Per la piccola squadra inglese non finisce qui visto che, l’anno dopo, riesce a bissare il successo battendo nuovamente 1-0 la squadra avversaria, l’Amburgo, complice anche una prestazione sopra le righe del portiere inglese Peter Shilton, arrivato l’anno precedente dallo Stoke City. Una storia che ha dell’incredibile e che dimostra, a più riprese, quanto contino i soldi ma solo fino a un certo punto nell’equazione calcistica.
Come è stata possibile questa favola?
La storia del Nottingham Forest, infatti, è una storia di giocatori e allenatori; è la storia di Brian Clough che riesce a sfruttare con gioco e tattica sopraffine le caratteristiche uniche dei giocatori che ha a disposizione. Tra questi non possiamo fare a meno di citare nuovamente Peter Shilton, giudicato nel corso degli anni come uno dei più forti portieri inglesi di sempre; Viv Anderson, il primo giocatore di colore a indossare la maglia della nazionale inglese, è un altro dei nomi importanti per questa storia, esattamente come Martin O’Neill o Trevor Francis, lo stesso che segnerà il goal decisivo per la prima Champions League., ad esempio, li
L’avventura, chiaramente, non poteva ripetersi per sempre e il successivo anno il club venne eliminato dal CSKA Sofia, finendo poi per indietreggiare nuovamente di divisione a causa di una pessima prestazione durante tutto il corso dell’anno, con buona pace per chi aveva montato su di loro scommesse di grandi importi.
Durante tutto il corso degli anni ottanta il team, sempre guidato dall’irreprensibile Clough, portò a casa risultati di alterna fortuna e dal 1993 in poi, con l’abbandono di Clough alla panchina in favore di Frank Clark, la squadra smise di avere prestazioni tali da rimanere con costanza nella massima categoria del campionato nazionale.
redazione