Lizz Wright al teatro Palazzo di Bari con lo stile di sempre

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Domenica, 12 febbraio alle ore 21,00 al Teatro Palazzo,  per la rassegna “Imagine” dell’Associazione “Nel Gioco del Jazz”, si è esibita la cantante americana Lizz Wright, accompagnata  da Martin Kolarides alla chitarra, Kenny Banks al pianoforte, Nicholas D’Amato al contrabbasso e Che Marshall alla batteria.

Un altro nome importante nella ricca e variegata stagione musicale, fortemente voluta dalla direzione artistica del Teatro Palazzo.

Originaria di Haira, una piccola cittadina della Georgia, Lizz inizia a cantare sin da piccola. E’ stato, infatti,  il padre,  pianista e direttore musicale della chiesa locale ad avvicinarla alla musica soul. Crescendo si è avvicinata al jazz ad al blues. Ha continuato poi a studiare canto presso la Georgia State University di Atlanta, ma dopo un anno, accortasi di non essere fatta per quel tipo di studio così meticoloso è tornata al suo grande amore: il jazz . Nel 2000 ha collaborato con il quartetto Gospel di Atlanta. Il 2002 è stato il suo anno. Ottiene la sua grande occasione durante un tour negli stati uniti, in onore di Billy Holliday Da quel momento la sua carriera è stata un crescendo. Con il successo si è delineato quello che è diventato il suo stile personale: un mix di soul,  jazz e musica popolare.

E così, la Wright è apparsa al pubblico barese nella pienezza della sua carriera, in un vestito leopardato che – solo apparentemente – contrasta con la compostezza dell’artista. Lizz Wright è un vero leopardo: suona ed accenna a ballare, in un mix di sensualità e padronanza di sé, partecipazione e sicurezza.

Nota per le capacità interpretative,  ha brillantemente interpretato, tra le altre le cover di  “The nearness of you”, di Nora Jones, alle cui doti artistiche è davvero vicina; “Nature Boy” di Nat King Cole e “Don’t tell me stop”di Madonna, resa quasi irriconoscibile nelle sue sonorità, per poi passare a “Starsfell on Alabama”un grande classico del jazz.

Due ore dense di spettacolo offerto da questa voce calda e vellutata.

di Rossana Rignani

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