Venerdì 17 gennaio, al Multicinema Galleria di Bari, al termina della proiezione delle 18, e all’inizio di quella delle 20,45, saranno ospiti in sala il regista Roberto Andò e gli attori Ficarra, Picone e Giulia Andò, per presentare il loro ultimo film «L’abbaglio». Il lungometraggio, con protagonista Toni Servillo, è distribuito da 01 Distribution ed esce in tutte le sale da giovedì 16 gennaio. Nel cast del film, tra gli altri, anche Tommaso Ragno, Leonardo Maltese, Vincenzo Pirrotta.
Biglietti acquistabili in cassa e on line (costo 5,50 euro), su multicinemagalleria.18tickets.it, info 080.521.45.63.
Il film è ambientato nel 1860: Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista. Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto gruppetto di militi, cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.
«L’abbaglio – spiega il regista Roberto Andò – è ispirato a una vicenda storica reale, debitamente rielaborata dalla fantasia. È rimasta a lungo nell’ombra, nonostante siano apparsi alcuni saggi storici che ne approfondiscono i dettagli. Suscitò anche l’interesse di Leonardo Sciascia, che nel 1963 dedicò un racconto dal titolo “Il silenzio”, rimasto inedito e solo di recente dato alle stampe da Adelphi nella raccolta postuma “Il fuoco nel mare”. La vicenda della colonna Orsini ha un valore emblematico e contiene le potenzialità di una parabola che partendo da un episodio del passato si rivolge all’oggi. Un affresco in cui si narra l’idealismo appassionato con cui si cercò di realizzare l’unità della patria, mettendo in scena i compromessi cui quell’ispirazione ideale dovette adeguarsi per realizzarsi.
I protagonisti sono Giuseppe Garibaldi, il colonnello Orsini, e due figure d’invenzione, Domenico Tricò e Rosario Spitale, due siciliani che si infiltrano opportunisticamente nella spedizione dei Mille per arrivare in Sicilia, e dopo i primi scontri si danno per disertori, iniziando un vagabondaggio comico e paradossale, per poi essere nuovamente ricatturati dai garibaldini e arruolati nella colonna di Orsini. Due cialtroni che alla fine di un’avventura umana che li modificherà profondamente compiranno un gesto sorprendente.
È un film sui paradossi della storia, dove si mescolano comicità e dramma, e dove ritornano i tre grandi interpreti del mio film precedente, “La stranezza”: Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone. Un’occasione per ricostruire un episodio poco noto della nostra storia minima, illuminante per vedere i chiaroscuri e le contraddizioni di quella grande. Una vicenda esemplare ambientata in una Sicilia che ancora una volta si rivela lo scenario di un’identità inquieta e sfuggente, bilanciata tra il desiderio di giustizia e la mistificazione, con un finale ambientato in un luogo che collega il passato al presente. Un film sul carattere degli italiani: furbi, appassionati, generosi, opportunisti, coraggiosi, individualisti, cinici, idealisti».
redazione