Le mafie si sono spartite e controllano il mercato della raccolta illecita delle scommesse online. E’ quanto emerso al termine di tre diverse indagini delle procure di Bari, Reggio Calabria e Catania, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo che hanno portato all’arresto di 68 persone e al sequestro di beni in Italia e all’estero per oltre un miliardo.
ll volume delle giocate, riguardanti eventi sportivi e non, scoperto dagli investigatori di Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri, è superiore ai 4,5 miliardi.>Ventidue arresti, 7 in carcere e 15 ai domiciliari, altri 22 indagati, il sequestro di beni per complessivi 200 milioni di euro, 167 soggetti monitorati, più di 500 mila intercettazioni telematiche, telefoniche, video e ambientali: sono i numeri del blitz eseguito oggi dalla Guardia di Finanza di Bari nei confronti di esponenti dei clan mafiosi Parisi e Capriati, nell’ambito di una indagine della Dda avviata nel 2015. I due gruppi criminali, in contatto anche con le organizzazioni mafiose di Sicilia, Campania e Calabria, avrebbero costituito una vera e propria “multinazionale delle scommesse” movimentando oltre 1 miliardo di euro da Malta a Curacao, passando per le Isole Vergini e le Seychelles. Gli investigatoti hanno accertato il passaggio dei due clan “da un modello tradizionale di mafia militare a quello più evoluto di mafia degli affari” che “ha ora assunto, stabilmente, una sua specifica identità imprenditoriale e cerca i nuovi adepti nelle migliori Università”. Il centro di potere di questa mafia del “clic” e del “punto. com’è stato individuato nella famiglia barese dei Martiradonna, il padre Vito, soprannominato “Vitin l’Enèl” e i figli Michele, Mariano e Francesco. Vito Martiradonna era il cassiere del clan Capriati. Il “grande salto di qualità” lo ha reso oggi un bookmaker, grazie contributo della nuova generazione di famiglia.
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