Cari fratelli e sorelle,
le parole del profeta Gioele, “Ritornate a me con tutto il cuore” (2,12) aprono il cammino quaresimale, quest’anno segnato dal Giubileo che nella speranza ci addita l’orizzonte in cui vivere la nostra avventura di fede.
Scrivendovi non ho la pretesa di disegnare nuovi orizzonti d’impegno ma rilanciare ciò che di essenziale e di significativo ci viene consegnato dalla liturgia e da quanto il Santo Padre ci offre col suo magistero. Pensando a Lui e a come vivrà questo tempo centrale dell’anno liturgico, desidero con voi stringermi nell’affetto alla Sua persona e invitare tutti a pregare per lui e per la Chiesa.
La Quaresima pone un forte accento sul cuore come dimensione del vivere in cui si gioca la nostra relazione con Dio e con il mondo.
Pensando al cuore di ciascuno emerge forte la consapevolezza della fragilità e dei limiti che ci abitano. Esasperati, divengono causa di rovina e li chiamiamo peccati. Accecati da noi stessi, inebriati dai nostri desideri, dalle anguste visioni dell’io perdiamo lo sguardo verso il Signore, i fratelli e ci ritroviamo a fare i conti con quella dimensione di “polvere” di cui siamo impastati.
Tornare a Dio con tutto il cuore è ridare respiro al soffio creatore dell’Altissimo con cui ancora oggi Egli può trarre dalla polvere la bellezza della nostra umanità.
Preghiera, accoglienza della Parola, impegno nel relativizzare ciò che non è essenziale e apertura ad una prossimità nell’amore sono gli ingredienti di questo tempo di conversione, in cui tornare a quel vissuto discepolare che ci pone in cammino sulle orme del Maestro Gesù.
Convertire i passi della nostra vita non è opera nostra ma dell’indefettibile amore con cui Dio accompagna il cammino di ciascuno mediante lo Spirito Santo. Ostinatamente amati, cercati e accompagnati dall’amore di Dio, siamo chiamati a essere suoi testimoni e non testimonial.
Solo così il nostro essere polvere si trasforma in quell’umanità che risplende nel Cristo morto e risorto.
Spazio di grazia e di verità, la Quaresima apra i cuori al soffio vitale dello Spirito, per essere trasfigurati e riconciliati dal fuoco dell’amore di Dio. Divenga tempo favorevole ed esaltante per ridare luce al nostro vissuto credente, alle relazioni familiari e comunitarie, divenendo testimoni di speranza. Il Giubileo ci aiuti a vivere bene questi giorni di esodo da noi stessi e dalle nostre schiavitù, per approdare ad uno stile di Chiesa che attesti generatività e compassione.
Ritorniamo a Dio con tutto il cuore per narrare con la vita la Sua vicinanza all’uomo e far fiorire la Speranza.
Buon cammino.
Redazione
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