MOLFETTA IN PROSA 2023-2024
Prosegue la quinta edizione del Festival di teatro di prosa organizzato dalla compagnia “Il Carro dei Comici”, con la direzione artistica di Francesco Tammacco. In scena «La notte del quinto giorno», della compagnia “Il Vello d’Oro”, con Francesco Tammacco e Cristina Angiuli.
Molfetta – Nuovo Teatro del Carro
Venerdì 1° dicembre, ore 21
«La notte del quinto giorno» – Compagnia “Il Vello d’Oro”
Venerdì 1° dicembre prosegue la quinta edizione della rassegna teatrale «Molfetta in Prosa», con la direzione artistica curata da Francesco Tammacco e l’organizzazione della compagnia «Il Carro dei Comici». L’appuntamento è alle 21 al Nuovo Teatro del Carro (viale Papa Giovanni Paolo II, 121) di Molfetta, con «La notte del quinto giorno», spettacolo prodotto dalla compagnia teatrale «Il Vello d’Oro» (con la compartecipazione della compagnia «Il Carro dei Comici»), un dramma ambientato nella Bari medievale, nell’anno 857 d. C., scritto da Cosimo Lerario, con Cristina Angiuli (che cura anche la regia) e Francesco Tammacco.
Prevendite nell’agenzia Obabaluba (Piazza Garibaldi, 27 a Molfetta), infotel 339.775.81.73 – 333.625.91.12, costo biglietto 15 euro intero, ridotto under 16 e over 65 a 10 euro.
All’interno di una taverna, un uomo e una donna consumano il pasto l’uno di fronte all’altra. Lui è Mufarraj ibn Sallam, secondo Emiro di Bari (figura realmente esistita). Laido, gretto, superbo, ambizioso, profondamente immaturo, arrogante e fondamentalista religioso. Lei è la leggendaria Morte Epifania. Donna misteriosa, attanagliata da tutte le sue contraddizioni: difatti è al contempo solare e lunare, dolce e dura, materna e spietata, riservata ed esplicita. Vive con grande dolore e frustrazione l’atroce compito di annunciatrice di morte che il fato le ha assegnato.
Tra i due personaggi si intesse un dialogo serrato, che si esacerba progressivamente di tono, sino a che l’uomo assume un atteggiamento violento. La vicenda si conclude con un drammatico, quanto decisamente inconsueto, esito finale: l’uccisione da parte della donna del molestatore. La cui testa pietrificata è (secondo la leggenda) quella ancor oggi visibile in una strada di Bari vecchia, e nota come «Cape du Turche».
Autore del dramma è Cosimo Lerario, nato a Bari il 28 ottobre 1958. Scrittore (ha pubblicato tre libri ed è autore di numerosi testi teatrali), ha ripreso la sua passione giovanile della scrittura narrativa solo da qualche anno, dopo essere stato collocato in quiescenza. In particolare, in questo testo affronta le più attuali tematiche inerenti la condizione della donna: in modo particolare, quelle relative alla sottomissione psicologica e socioculturale, nonché alla violenza di genere. Nella cui stesura ha opportunamente evitato di attingere alla orribile cronaca quotidiana, preferendo rivisitare una nota antica leggenda della tradizione orale barese miscelata ad accertati riferimenti storici.
Redazione