Domenica 17 settembre (ore 20.30), all’interno della Cattedrale di Trani e il cui campanile è terminato nei restauri, si terrà un concerto del pianista salentino di fama internazionale Francesco Libetta, evento che – grazie alla preziosa collaborazione organizzativa di Nicola Cuccovillo – conclude Piano Lab, il progetto dedicato al re degli strumenti organizzato dalla Ghironda con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Regione Puglia e il contributo di Marangi Strumenti Musicali, azienda dall’esperienza centenaria, in partnership con le più prestigiose case di produzione di pianoforti al mondo.
Libetta suonerà un raffinato programma di musiche di Liszt (trascrizione della Quinta Sinfonia di Beethoven), Respighi (Tre preludi sopra melodie gregoriane) e Chopin (Tre mazurke op. 50 e Polacca op. 53) a conclusione di una lunga maratona musicale che dal 2 giugno scorso ha visto coinvolte dieci località pugliesi con l’obiettivo di valorizzare i luoghi e i beni architettonici della regione celebrando il pianoforte e i suoi interpreti.
Il progetto ha avuto il suo momento clou con «Suona con noi», gli scorsi 12 e 13 agosto, a Martina Franca, dove oltre centosessanta musicisti si sono alternati, senza distinzione di generi, suonando tredici pianoforti dislocati in dodici punti strategici della città, all’insegna dell’incontro tra grandi interpreti, professionisti o anche semplici appassionati che avevano prenotato le loro performance sul sito della manifestazione www.pianosololab.com.
Una importante carriera Francesco Libetta che è stato ascoltato nelle sale europee, americane e asiatiche come pianista, direttore e compositore. Dopo gli studi di pianoforte con Vittoria De Donno, fin dagli esordi gli è stata riconosciuta una tecnica strumentale straordinaria. Basti ricordare il giudizio di Piero Rattalino, massimo esperto in tema di pianoforte, che sulla rivista Musica scrisse «non c’è oggi nessun giovane italiano o americano o giapponese o ottentotto, che possegga in pari grado lo scatto, il colpo d’occhio e la rapidità di presa del tasto di Libetta».
Antonio Carbonara