Nico Gattullo al 63esimo Festival dei Due Mondi di Spoleto per la prima mondiale di “Le Creature di Prometeo / Le creature di Capucci” il 28 agosto

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Nico Gattullo al 63esimo Festival dei Due Mondi di Spoleto per la prima mondiale di “Le Creature di Prometeo / Le creature di Capucci” il 28 agosto

Il danzatore acrobata aereo indossa una creazione del maestro dell’alta moda internazionale

   “Danzando sull’aria, rappresento la leggerezza dell’armonia; il mio costume, creato da Roberto Capucci ne è simbolo. Il salire verso la dimensione eterea, per mezzo dei miei tessuti aerei e della tecnica coreutica, simboleggia l’aspirazione al raggiungimento di quelle qualità, che sono tra i doni divini che, nel mito, soggetto dell’opera di Beethoven, Prometeo dispensa all’uomo, tramite l’arte e l’amore, permettendogli di evolversi”. Così il danzatore acrobata aereo Nico Gattullo che fluttuerà nell’aria al Festival dei due Mondi di Spoleto, nella prima internazionale di “Le Creature di Prometeo / Le creature di Capucci”, conclamando l’alto profilo artistico della sua carriera.  Di origini pugliesi, Gattullo debutta nel ruolo di Ulisse in Hell in the Cave, spettacolo internazionale ambientato nelle Grotte di Castellana ispirato all’Inferno dantesco, si esibisce sul palco del Teatro la Fenice di Venezia al prestigioso Ballo della Cavalchina, sempre a Venezia è protagonista della XXIV Edizione de Il Ballo del Doge, è agli Aditya Birla Award 2018 in India; danza nello Stadio Internazionale Re Fahd di Riyad, in Arabia Saudita, nello spettacolo Leila – The Land of Imagination di Balich.

Un altro palcoscenico internazionale vedrà il danzatore acrobata Gattullo nel ruolo di ‘Leggero’ librarsi nell’aria con le sue evoluzioni ascensionali. Dopo il successo dell’anteprima del primo agosto sul palco del Festival Internazionale della Musica e del Balletto di Nervi, il concerto in forma scenica sulla partitura di Beethoven sarà in prima mondiale il 28 agosto al Festival dei Due Mondi di Spoleto, in Piazza del Duomo. Nel 2020 la Fondazione Carlo Felice di Genova omaggia il genio musicale di Ludwig van Beethoven nell’anno in cui ricorre il 250° anniversario della nascita (Bonn, 16 dicembre 1770 – Vienna, 26 marzo 1827) con l’unico spartito del catalogo del grande compositore tedesco a destinazione coreutica. Il progetto realizza un formidabile incontro tra le arti, celebrando il genio creativo di due protagonisti tanto distanti nel tempo quanto vicini nell’estro. Da un lato Beethoven con il balletto in due atti “Le Creature di Prometeo” (Die Geschöpfe des Prometheus) op. 43, commissionato dal Teatro Imperiale di Vienna per le coreografie di Salvatore Viganò, che debuttò al Burgtheater nel 1801. Dall’altro Roberto Capucci, maestro dell’alta moda internazionale, innovatore di stile, capace di far dialogare gli abiti con la natura, l’arte e l’architettura. A Spoleto protagonista con 15 costumi d’eccellenza sartoriale, alcuni assolutamente inediti, e altri ispirati a bozzetti, dal forte impatto visivo, da poco esposti nelle mostre “Capucci Dionisiaco” a Palazzo Pitti a Firenze e “Spettacolo onirico. Disegni per il teatro” a Palazzo Scarpetta di Napoli. Il maestro, “il miglior creatore della moda italiana”, come lo definiva Dior, firma una incredibile caspsule di costumi di scena che egli stesso definisce “delle nuove follie”. “Le Creature di Capucci” sono esseri onirici, dionisiaci, immagini di follia appunto, fanno la loro apparizione sulla scena come un corteo di creature multicolori provenienti da un altro mondo, fatto di fantasia, di sogno; compaiono da ogni angolo (anche dall’alto), per poi svanire.

Un inedito incontro tra musica e alta moda nella coproduzione dalla Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova e il Festival dei Due Mondi, a cura di Daniele Cipriani. I movimenti coreografici di Simona Bucci per la Compagnia Daniele Cipriani accompagneranno la rara esecuzione integrale da parte dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, diretta da Andrea Battistoni. I due mondi si ritrovano in una dimensione metaforica: quella della potenza musicale ispirata alla mitologia – come rappresentazione degli archetipi che plasmano la psiche umana – e quella di creature “altre” che appaiono per poi sparire nell’immaginario onirico. Un duplice e originale omaggio al genio creativo e alla potenza immaginativa dell’arte, ispirato al mito di Prometeo. Titano antico e ribelle, ladro di scintille e dispensatore di fuoco: una favola antica lontana che racconta di un’umanità in costruzione, destinata alla civiltà e al progresso attraverso i doni divini dell’amore e della bellezza. Nel mito classico Prometeo è “nobile spirito che, trovati gli uomini del suo tempo in uno stato di ignoranza, li affinò nelle scienze e nelle arti e li ammaestrò nei costumi”. Fuor di metafora Prometeo è lo stesso Roberto Capucci. I costumi di scena, realizzati dal designer, sono colorati, geometrici, intrecciati, strutturalmente complessi, vere e proprie “sculture viventi”. Egli si ispira alla natura, ai colori dei fiori e alle piante. Le linee, inconfondibili, sono quelle dello “scultore della seta”.

Giova ricordare che gli “abiti scultura” del maestro oggi sono patrimonio dei Beni Culturali e girano nelle più importanti istituzioni d’arte.

 Nicola Gattullo

www.nicogattullo.com

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