NOCI – Domenica 16 febbraio Enrico Galiano presenta il suo ultimo romanzo “Una vita non basta”

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Domenica 16 febbraioalle 10,30, nell’Auditorium “Claudio Abbado” dell’Istituto Comprensivo “Gallo Positano” di Noci (via Repubblica 36/a4), il celebre scrittore Enrico Galiano sarà ospite per presentare il suo ultimo romanzo, intitolato «Una vita non basta» (Ed. Garzanti). L’evento è organizzato dal Parco Letterario Formiche di Puglia e dal Comune di Noci, con il supporto della consigliera comunale con delega alla Cultura Marta Jerovante; in collaborazione con gli Istituti Comprensivi “Gallo Positano” e “Pascoli-Cappuccini”. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

L’incontro rientra nell’iniziativa «Chiostri Schola», all’interno dell’organizzazione che fa capo al festival letterario «Chiostri e Inchiostri», con la direzione editoriale di Piero Liuzzi, la cui prossima sesta edizione si terrà a Noci dal 25 al 27 luglio 2025. «Chiostri Schola» vuole essere un tassello fondamentale per portare il meglio della letteratura italiana e i suoi autori direttamente all’attenzione degli studenti e degli istituti scolastici del territorio pugliese. Il prossimo evento si terrà giovedì 8 maggio, negli spazi di “Mu.Ra.” a Noci (via Kennedy) con Alberto Pellai, che verrà a presentare agli studenti e alle studentesse degli istituti comprensivi nocesi già citati «La bussola delle emozioni» (Ed. Mondadori), libro scritto insieme a Barbara Tamborini.

Quanto a Enrico Galiano, l’autore che da anni scala le classifiche e incanta la stampa e i librai, è tornato con uno dei suoi personaggi più amati di sempre: il professor Bove di «Eppure cadiamo felici». «Una vita non basta» è un romanzo sulle paure che ci impediscono di essere felici: paure che non vanno allontanate, ma ascoltate. Perché a volte bisogna attraversare il buio per scoprire la meraviglia di uno spiraglio di luce.

«Quando desideri tanto qualcosa – scrive Galiano -, fai come il colibrì: non aver paura di cadere. Anzi, impara a farlo a tutta velocità, per poi risalire». Questa volta, però, a Teo sembra impossibile risalire: è stato bocciato in seconda liceo, ma soprattutto ha fatto qualcosa di davvero sbagliato, e ora dovrà scontare un’estate di lavori socialmente utili. Sa che è una punizione giusta, eppure c’è qualcosa dentro di lui che non riesce a tenere a bada. Teo la chiama la Cosa proprio perché non è in grado di darle un nome: sa solo che è un nemico troppo forte e di cui non ha il coraggio di parlare a nessuno. Di certo non ai suoi genitori, distanti anni luce, ma nemmeno a Peach, la sua migliore amica, l’unica che sa leggere i suoi silenzi e aggiustare con la musica i suoi giorni storti.

Tutto cambia quando su una panchina incontra un signore anziano che dice di essere un ex professore di nome Francesco Bove. Giorno dopo giorno, il professore lo porta nei posti più disparati e gli parla di miti greci e filosofi con parole che Teo non ha mai sentito: parole che lo spronano a non arrendersi, a porsi le domande giuste, perché capisca che non è solo, che tutti siamo in cerca di una ragione di vita, di un dono che ci renda speciali. Solo che, per capire cosa sia, l’unico modo è non smettere mai di tentare, fallire e riprovare, coltivare l’arte dell’imperfezione per tirare fuori il capolavoro che vive dentro di noi. Anche a costo di scoprire verità che ci fanno paura, come la fine di una misteriosa ragazza di cui nessuno sa più nulla e la cui storia sembra voler dire qualcosa a Teo.

redazione

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