Il noto artista romano esporrà il suo “museo a cielo aperto” a Grottaglie dal 10 al 16 agosto, durante il Concorso di Ceramica Contemporanea MediTERRAneo. Sarà presentato anche il libro “Fuori catalogo” (a Grottaglie, Palo del Colle e Monopoli), dedicato a Delle Chiaie e curato da Pino Giannini
Tra arte informale e arte povera, in un museo a cielo aperto nel quale siamo tutti protagonisti. Distratti o divertiti, ne facciamo tutti parte. È l’arte «en plein air» di Fausto Delle Chiaie (1944), artista romano tra i più noti in Italia e nel mondo: da anni, ormai, negli spazi di fronte all’Ara Pacis, nella capitale, espone il suo “museo a cielo aperto”, in una geniale arte pubblica che vuole far riflettere sulla rivalutazione di ciò che crediamo non abbia alcun valore.
Adesso Delle Chiaie arriva in Puglia, invitato dal Festival Oltrelirica, che domenica 13 settembre 2020, nel suggestivo scenario delle Cave di Fantiano, a Grottaglie, vivrà il suo momento clou con uno straordinario concerto e installazione teatrale del Requiem di Giuseppe Verdi. Prima, nel mese di agosto, l’artista romano sarà ospite del Festival, a Grottaglie, e in particolare all’interno della ventisettesima edizione del Concorso di Ceramica Contemporanea MediTERRAneo, che si svolge dall’1 al 31 agosto.
Dal 10 al 16 agosto, Delle Chiaie esporrà la sua arte en plein air nei pressi della Chiesetta Madonna del Lume, nel centro storico di Grottaglie, all’interno dell’itinerario della Mostra internazionale della ceramica. Il vernissage avrà luogo giovedì 13 agosto, alle 20,30, negli spazi di Casa Vestita (via Francesco Crispi 63/a), insieme alla presentazione del libro «Fuori Catalogo» (Ed. Kellerman), ideato e curato da Pino Giannini, e dedicato all’arte di Delle Chiaie. Sarà lo stesso Giannini, giornalista e scrittore, ad illustrarlo insieme all’artista, in un evento in cui sarà proiettato anche il docufilm di Paolo Buatti intitolato «Il museo chiude quando l’autore è stanco» (menzionato nella sezione “Short Film Corner” al Festival di Cannes nel 2013).
Il libro, con le stesse modalità e protagonisti, sarà presentato anche a Palo del Colle l’11 agosto alle 20,30 nel Laboratorio Urbano Rigenera (Viale della Resistenza 7) e a Monopoli il 12 agosto, alle 19, negli spazi di Olivos Sport Club (Contrada Santo Stefano, nei pressi del Lido Marzà), in collaborazione con la libreria Minopolis. Del volume, già presentato al “Macro” di Roma (oltre che a Palazzo Merulana, Palazzo delle Esposizioni e in numerose altre rassegne), esiste anche l’edizione in inglese, sempre per i tipi di Kellermann, intitolata «Out of print». A introdurre tutti gli eventi ci sarà la poetessa Marilena Abbatepaolo.
La mostra a cielo aperto di Delle Chiaie è pensata principalmente per il pubblico: non è autocelebrativa, né vuole portare profitto. È invece pura espressione del suo spirito artistico, con il visitatore guidato alla visione da Delle Chiaie stesso: per dare un nuovo valore a questa particolare street art, all’arte in generale e alla vita quotidiana di ognuno di noi.
L’artista ha scritto nel 1986 il manifesto “infrazionista”, intendendo l’arte come infrazione, ossia azione, collocazione e donazione di una o più opere, mostrate a terra (sulla strada) dall’artista stesso, in un progressivo allontanamento dai luoghi deputati alle canoniche mostre. La sua è arte di strada perché è esposta proprio lì, per trasformare gli spazi pubblici: la poesia dell’azione è celebrata dall’opera stessa di Delle Chiaie, che si pone quale interprete della realtà che lo circonda, dando voce al luogo che lo ospita.
«Artista en plein air» secondo Achille Bonito Oliva, Fausto Delle Chiaie «è un esploratore sincero – scrive Pino Giannini in Fuori Catalogo -, intriso di arte perché lo è anzitutto di vita. Al tratteggio dei corpi, frequentemente scelto dagli artisti, ha preferito essere corpo. Quel corpo, elemento centrale della sua arte, che espone al pubblico da quasi trent’anni nel suo personalissimo museo in Piazza Augusto Imperatore a Roma. Il suo presente, potente di intelligenza e di ironia, in questi tre decenni, ha catturato lo sguardo di migliaia di persone facendole a volte sorridere, altre riflettere, sempre e comunque fermare per un attimo.
Quell’attimo che si concede solo a chi riesce a mostrare, a mostrarci uno sguardo sul mondo così nuovo, così difforme, perché davvero autentico, da far vacillare la nostra rasserenante cultura del tridimensionale».
Redazione